Prosegue in tribunale il processo agli ex organi sociali di Banca CIS. È sfida tra periti e consulenti a confronto, in attesa delle conclusioni che inizieranno il prossimo 6 marzo. Sono undici gli imputati, tra cui l’ex Direttore Generale di Banca CIS, Daniele Guidi, e l’ex Presidente, Massimo Merlino. Coinvolti anche membri del CDA, del collegio sindacale e una rappresentante della società di revisione.
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di amministrazione infedele, false comunicazioni sociali e ostacolo alla vigilanza. Piuttosto tecnica l’udienza di oggi, davanti al Commissario della Legge, Adriano Saldarelli. È proseguito il controesame del perito dell’Eccellentissima Camera, Stefano Mieli, che in precedenza aveva delineato un contesto generale dai numeri molto diversi rispetto a quelli forniti dal perito d’ufficio, Paolo Gasperoni.
Secondo Gasperoni, nel 2017 le rettifiche in diminuzione per crediti non performanti di Banca CIS, relativi a quattro posizioni su diciassette considerate, avrebbero dovuto ammontare a 5 milioni 877 mila euro. Per il perito dell’Eccellentissima Camera, invece, che oggi si è concentrato sui sistemi degli organismi interni di controllo, l’ammontare delle svalutazioni era di circa 35 milioni, arrivando a 57,8 milioni considerando trenta posizioni non adeguatamente valutate dal CIS e dai suoi organi sociali.
La perizia del consulente di parte, nominato dall’Eccellentissima Camera, è stata mal digerita dalle difese degli imputati. Questo non solo perché ha delineato scenari diversi da quelli del CTU – quest’ultimo insolitamente non in linea con accusa e parti civili – ma anche per l’esigenza, gli obiettivi e la natura della “controperizia” in sé.