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Processo "Fashion", Sgubbi: "Sono sorpreso e amareggiato"

24 gen 2009
Remo Raimondi
Remo Raimondi
“Purtroppo sono capitato in questa vicenda nel momento più sbagliato a causa delle attuali relazioni tra Italia e San Marino; credo che la sentenza sia profondamente ingiusta”. E’ la lettura di Remo Raimondi dell’operato del giudice forlivese. 1 anno e 4 mesi è un condanna tutto sommato lieve - specie se paragonata ai 6 anni inflitti al faccendiere forlivese Loris Bassini, e ai 3 comminati allo stilista Daniele Alessandrini - ma i legali di Raimondi si dicono sicuri che la decisione verrà clamorosamente ribaltata in appello.
Anche l’avvocato Alessandro Petrillo concorda con il suo assistito sul fatto che lo stato dei rapporti tra i due paesi abbia influito sull’esito del primo grado. “Da italo-sammarinese più che da avvocato - dichiara - ho il timore che qualunque cosa oggi riguardi il Titano sia vista con una prevenzione che impedisce di leggere i fenomeni con la necessaria serenità".
Raimondi si dice sicuro delle proprie ragioni. “Il nostro perito - afferma - aveva fatto un lavoro molto efficiente e sembrava che la Corte avesse capito come andavano le cose; non è stato così, ma avremo giustizia in Appello”.
Nello staff legale del sammarinese anche il professore Filippo Sgubbi dell’Università di Bologna, secondo il quale le accuse sarebbero totalmente infondate; in particolar modo quella per associazione per delinquere. “Quanto all’ipotesi di reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti - afferma Sgubbi - lo stesso consulente del Pubblico Ministero aveva accennato alla possibilità che le fatture fossero solo in parte di questo tipo. Siamo in attesa delle motivazioni. Sicuramente proporremo appello”.

Gianmarco Morosini

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