'Questione di cultura', corteo a difesa dell'ora di religione

Nel giorno in cui il Consiglio è chiamato ad esprimersi sulle istanze che chiedono l'abolizione dell'ora di religione nei plessi sammarinesi, famiglie, insegnanti e movimenti laicali della diocesi fanno sentire la propria voce. Ieri l'incontro, oggi il corteo:
"Non una benevola concessione al mondo cattolico, ma una questione di cultura e di civiltà". Famiglie, insegnanti e movimenti laicali della diocesi (una quarantina di persone), arriva a Palazzo Pubblico con una risposta chiara alle tre istanze che hanno rimescolato una pentola che bolle nel chiedere in sintesi l'abolizione dell'insegnamento di religione a scuola, che i costi di insegnamento siano assunti dalla Curia, ed un insegnamento laico alternativo: “Il principio di laicità non esclude l'attaccamento alle radici cristiane”. Ribadiscono. Poi l'incontro con i capigruppo, ai quali è stata consegnato una lettera
"Non si può essere analfabeti in materia della propria tradizione religiosa” insistono e richiamano i concetti emersi ieri sera in una sala Montelupo gremita, convocata proprio per ribadire l'importanza dell'insegnamento della religione cattolica nei vari plessi sammarinesi. Insieme ai relatori Sergio Cicatelli, Direttore del Centro Studi della CEI e il Prof. Natalino Valentini, Direttore dell’Istituto di Scienze Religiose “Marvelli” di Rimini, si sono messe in fila le risposte agli interrogativi della serata
“Religione a scuola? Come e perché?”
Nel video l'intervista a Federica Achilli ed alla piccola Aurora, 12 anni

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