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Referendum sull'aborto, voto in autunno. Karen Pruccoli: "Se siamo qui è perché la politica non vuole decidere"

Parte la raccolta firme. Gloria Giardi, "Pagina importante per il Paese anche sul piano tecnico/giuridico”

di Monica Fabbri
17 mar 2021

"E' un passaggio storico per il Paese", chiamato a decidere su un tema politicamente divisivo, su cui lo stesso Consiglio si è espresso negativamente in sede di discussione dell'istanza d'arengo contro norme che rendono l’aborto reato penale. Nel frattempo, l'ammissibilità del quesito per la sua depenalizzazione e legalizzazione, dà il via all'iter referendario. Parte dunque la raccolta firme, ne servono almeno 650, “ma contiamo – dice il legale rappresentante Karen Pruccoli - di raccoglierne molte di più”. Sono 18 anni – rimarca– che cittadini e cittadine chiedono una normativa. Lo hanno fatto con innumerevoli iniziative di democrazia diretta. “Se siamo qui è perché la politica ha dichiarato di non voler decidere in merito”. La parola passa quindi al popolo attraverso un referendum propositivo.



Dovrà pronunciarsi sulla possibilità della donna di scegliere se interrompere la gravidanza entro le prime 12 settimane di gestazione e, oltre quel termine, in presenza di pericolo di vita della futura mamma e di gravi malformazioni del feto. “Il principio è che la vita della donna va tutelata sempre, senza limiti di tempo. Deve finire l'orrore di un codice penale che non tutela la vita della donna durante la gravidanza”. Il quesito fa riferimento alla legge italiana 194 del 1978. “Ci sembrava giusto – dice la Pruccoli - allinearci al paese a noi più vicino”. Il voto è previsto in autunno. “Una pagina importante per il nostro paese anche sul piano tecnico/giuridico”, commenta l'avvocato Gloria Giardi. “Il Collegio Garante – dice - ha ritenuto che la società civile sia pronta ad affrontare questo problema. Non solo per le tre istanze approvate e rimaste in un cassetto, ma anche per il fatto che i due articoli del codice penale sull'aborto sono rimasti inapplicati. “Non risulta che nessuna donna sia mai stata condannata per aborto. Per il Collegio Garante significa che la società civile non lo percepisce come reato, tanto meno l'aborto d'onore”.


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