E' un primato tutt'altro che lusinghiero. L'Emilia Romagna si colloca al quarto posto in Italia, dietro solo a Lombardia, Lazio e Campania, nella pratica del riciclaggio di denaro sporco. Lo rivela il dossier curato dalla Fondazione Libera Informazione, realizzato in collaborazione con l'Assemblea legislativa regionale. Nel 2012 le operazioni sospette sono state, in Emilia Romagna, ben 5.192; cinque volte di più di quelle registrate nel 2008. Un fenomeno in forte crescita che preoccupa notevolmente. Il record tocca a Bologna, con 1.169 segnalazioni, seguita da Modena, con 879 e Reggio Emilia con 822. La triste graduatoria vede Rimini al quarto posto, con 586 operazioni sospette; Parma con 424, la provincia di Forlì-Cesena con 420;Ravenna con 411. A chiudere Piacenza, che si ferma a 197 segnalazioni. La Guardia di Finanza punta il dito soprattutto sui “compro oro”, considerate le attività sulle quali si concentra l'ingresso delle mafie, con l'esportazione fittizia di oro per mascherare vendite in nero. La pratica dell'usura si mantiene sugli stessi numeri degli anni precedenti: 14 casi nel 2012, con una incidenza sul dato nazionale del 5,4%. Salgono gli episodi di estorsione, 277 nel 2012 contro i 226 del 2011, anche se in questo “settore del malaffare” si registra un calo rispetto al picco del 2009, quando i casi furono 356. Difficile però essere precisi, considerato che spesso le vittime di estorsione non denunciano ma preferiscono pagare e tacere. Un capitolo a parte lo meritano le ecomafie. Fra gennaio 2010 e giugno 2012 la Direzione distrettuale antimafia ha iscritto 21 procedimenti nel Registro delle notizie di reato, tutti relativi al traffico organizzato di rifiuti. “Un record – spiega la Direzione nazionale antimafia - che può essere spiegato con la vivacità economica dell'Emilia-Romagna, nonostante la crisi”.
Sergio Barducci
Sergio Barducci
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