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Ridracoli al minimo storico: le province di Ravenna e Forlì-Cesena corrono ai ripari

18 ott 2007
La diga di Ridracoli
La diga di Ridracoli
Misure drastiche per far fronte a quella che si presenta come una situazione critica. La siccità che ha caratterizzato tutto l’anno non permette più di rimandare, sperando soltanto nell’imminente arrivo della pioggia d’autunno. Il livello dell’invaso di Ridracoli - che da almeno 30 anni rifornisce d’acqua la Romagna – è ormai di 40 metri sotto il colmo. Ecco perché si ipotizza di ricorrere al razionamento dell’acqua per almeno sei ore al giorno nelle province di Ravenna e Forlì-Cesena. Non bastano più le sole ordinanze per limitare il consumo negli impianti produttivi o i divieti di lavaggio delle auto o di irrigazione dei giardini. Si punta ora all’interruzione del servizio idrico alle utenze civili. Provvedimento che per ora escluderebbe Rimini per ragioni tecniche. L’obiettivo è quello di preservare una riserva minima di 5 milioni di metri cubi d’acqua nell’invaso di Ridracoli almeno fino al 30 novembre. Limite di sicurezza già fissato dallo stato di pre-allarme proclamato la scorsa settimana dalla Protezione Civile dell’Emilia Romagna, a cui spetta ora la decisione definitiva sulle misure da applicare. Intanto, lo ricordiamo, a San Marino il Segretario di Stato Tito Masi ha deciso di non prorogare il decreto che limita il consumo di acqua in Repubblica, revocato il 15 settembre scorso. “Da almeno 3 settimane abbiamo smesso di prelevare acqua da Ridracoli – fa sapere il direttore dell’Azienda dei Servizi, Emanuele Valli – e i consumi si sono assestati, grazie ai buoni risultati della campagna di sensibilizzazione avviata in territorio. Per ora non abbiamo motivi di preoccupazione – conclude – e stiamo già lavorando per non trovarci in difficoltà il prossimo anno”.

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