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Rifiuti: maxi indagine a Forlì Cesena, arresti e dunuce

28 ago 2007
Rifiuti
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Trattavano residui pericolosi, un traffico illecito di oltre 500mila tonnellate di rifiuti, costituiti da liquami e fanghi provenienti da fosse settiche di abitazioni civili: i carabinieri per la tutela dell’ambiente hanno sgominato l’organizzazione criminale, emesso provvedimenti restrittivi per 5 persone, mentre altre 130 sono indagate. Al centro dell’inchiesta, i proprietari di una ditta di smaltimento rifiuti del forlivese, che agivano con la compiacenza di un dipendente del locale depuratore comunale, gestito da Hera spa. L’operazione è l’appendice di quella del settembre 2004, quando la magistratura forlivese aveva emesso vari provvedimenti restrittivi sempre per un illecito smaltimento di rifiuti pericolosi. I protagonisti del nuovo caso risultano gravitare sempre nell’orbita della ditta Laghi, e tre dei componenti familiari sono stati arrestati, ed avrebbero gestito un’attività criminosa, che gestiva i traffici illeciti di rifiuti e ometteva le dovute registrazioni contabili, il cui unico scopo sarebbe stato quello di arrivare a ingenti guadagni che poi, attraverso una contabilità parallela, sarebbero confluiti nei conti correnti bancari personali dei vari componenti della famiglia Laghi. I carabinieri hanno accertato che i rifiuti liquidi o fangosi, dopo essere stati raccolti negli impianti di produzione, confluivano nel sito di stoccaggio provvisorio della ditta Laghi, da dove, dopo un fittizio trattamento, venivano poi trasportati all’impianto pubblico di depurazione di Forlì. I rifiuti pericolosi, mediante giro-bolla o falsificazione dei formulari identificativi, venivano declassati in speciali non pericolosi, e fatti confluire in siti non autorizzati alla loro ricezione, nella rete fognaria o in corsi d’acqua superficiali, provocando così un ingentissimo danno ambientale. Il valore dei beni sequestrati ammonta a 4 milioni di euro, mentre il guadagno ottenuto illecitamente in tre anni è di 3 milioni e mezzo.

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