
Scatta la protesta sindacale contro la riforma IGR proposta dal Governo: CSdL, CDLS e USL dicono un secco “no” alla cancellazione della no tax area e al ritorno, di fatto, della tanto contestata “tassa etnica”. Dopo aver incontrato il segretario alle Finanze Gatti per discutere le proposte di modifica alla legge IGR del 2013, non si è arrivati a una comunione d'intenti: al centro della polemica la trasformazione delle deduzioni SMAC in detrazioni fiscali soggettive del 12% sulle spese tracciate, che andrebbero a colpire duramente residenti e frontalieri.
Le sigle sindacali denunciano un pesante attacco ai redditi fissi, in particolare dei lavoratori provenienti da fuori confine – come il personale sanitario – che rischiano un aggravio fino a una mensilità l’anno. “Altro che giustizia fiscale, così si torna ai peggiori anni del passato!”, tuonano i sindacati. Non solo: per i pensionati e per chi ha redditi bassi, l’obbligo di tracciare tutte le spese in territorio – sostengono - equivarrebbe a un colpo alla libertà di scelta. La riforma potrebbe anche incrinare i rapporti con l'Italia. Il risultato – concludono i sindacati - è che si dà l’impressione che il nostro Paese voglia misurarsi sul piano delle rigidità, nei confronti di chi ha sempre lavorato onestamente.