A Rimini gli amici dei ragazzi della Papa Giovanni XXIII ricordano i volontari in tutte le comunità del circondario

Massimo era un veterano: Barbiero, originario del Veneto, trentasettenne da sempre libero di essere povero fra i poveri era in condivisione con Simone Contesso, bolzanino ventenne pieno d’entusiasmo per la missione tra i bambini della casa famiglia, insieme avevano organizzato una escursione a Merida, sull’altopiano e lì sono rimasti. Li hanno trovati vicini uno all’altro in una scarpata con indosso i vestiti sgargianti colorati di rosso e arancione e le borse a tracolla della partenza piene di pane e acqua. Bambini abbandonati e disabili, questi i doni preziosi lasciati loro da altri missionari di Don Oreste, passati di lì prima a costruire la casa e farne poi una famiglia secondo le regole del prete con la tonaca lisa. Massimo aveva gli occhi degli ultimi, che incontrava nei sotterranei della storia, dall’Africa all’America Latina; e i ragazzi di strada a loro volta assomigliavano a Simone, giovane e spensierato, come loro.

Francesco Zingrillo

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