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Rimini e San Marino accomunate dall’emergenza sui flussi di denaro sporco

2 mar 2011
La regione progetta una legge sulla sicurezza contro le infiltrazioni mafiose nel tessuto sociale e produttivo: 1 milione di euro per la promozione della legalità in un “cassetto degli attrezzi” per monitorare investimenti, progetti produttivi e formazione, sostenendo le possibili vittime con una rete aperta di relazioni d’impresa. Sarebbe il famoso Osservatorio sulle Mafie, che toccherebbe province e cittadini rappresentati da sindacati e categorie, descritto dal giudice cattolichino Morosini scrivendo della Riviera come “Gomorra del nord”. E’ Il tavolo di confronto auspicato insistentemente dal governo della Repubblica in nome della collaborazione tra stati: le mafie sono ovunque; siamo all’isola felice che non c’è. Le cosche seguono il flusso di denaro e arrivano dove la situazione è florida per distruggerla approfittandone: investono proventi illeciti per corrompere il tessuto sociale. La crisi del comparto turistico è un terreno fertile per infiltrarsi e la vicina San Marino rappresenta da sempre una attrattiva sana e appetibile – dicono in procura a Rimini. Prevenire per bloccare beni e conti aggredendo gli investimenti patrimoniali malati: quel che da sempre auspicano gli stessi magistrati sammarinesi. La mafia è un fenomeno complesso con implicazioni socio-culturali. Il rapporto della DIA cita trame dei clan e virus insospettabili in Emilia Romagna diffusi con l’usura mafiosa vero cavallo di Troia per prelevare capitali rilevando aziende sane.

f.z.

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