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La rivoluzione delle donne - Intervista esclusiva a Stefania Craxi

25 giu 2009
“In una società liberale dove vige il principio della responsabilità individuale non è accettabile andare in giro senza poter essere riconosciuti e dunque non si va né con il niqab, né con il burqa”. Parole forti che la vicepresidente del Senato Emma Bonino ha pronunciato in un’assise importante, il seminario «La donna araba nel XXI secolo», organizzata dalla Lega araba. Non c’entra la religione, ha detto, né il laicismo, ma solo il rispetto delle regole e delle leggi in strada, al bar e ovunque.
Dal seminario emerge l’immagine di un mondo arabo a più velocità con Paesi come il Kuwait , dove 4 donne sono appena entrate nel nuovo Parlamento o la Giordania che ha tassi di alfabetizzazione femminile di gran lunga superiori a Stati come lo Yemen, dove le donne che sanno leggere e scrivere sono pochissime rispetto agli uomini.
L’assise di Roma assume un importanza particolare anche alla luce di quello che sta accadendo in Iran. Tra i relatori il sottosegretario agli affari esteri Stefania Craxi, che ha raccontato come la scelta dei pari diritti si stia facendo avanti nel mondo arabo. Di Neda, la ragazza uccisa negli scontri di Teheran, simbolo della rivolta, ha detto: “E’ morta a occhi aperti facendo vergognare noi che viviamo ad occhi chiusi”. Per Gheddafi nel mondo islamico “la donna è come un mobilio che si può cambiare quando si vuole. Nessuno chiederà perché lo hai fatto”. Non sono affatto d’accordo, commenta il sottosegretario agli esteri. Giro i paesi arabi, vedo molte donne attive e una nuova coscienza che si sta facendo avanti. Anche negli Stati più chiusi, secondo Stefania Craxi, spesso è la donna che governa la società.

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