Rogatoria internazionale da Torino per avere il crocifisso ritrovato a San Marino

Rogatoria internazionale da Torino per avere il crocifisso ritrovato a San Marino.
Il capoluogo piemontese vuole il crocifisso ritrovato nel caveau dell’Euro commercial bank e già posto sotto sequestro dalla magistratura sammarinese. La richiesta è arrivata dal pm Giuseppe Ferrando, nell’ambito di un’inchiesta nella quale è ipotizzato il reato di esportazione clandestina di opere d’arte. A quanto pare, in questa stessa inchiesta vi sono già degli indagati: uno di questi è Giorgio Hugo Balestrieri, proprio colui che ha chiesto al suo avvocato Francesco Ciabattoni di aprire la cassetta di sicurezza e riportare il crocifisso, fino a quel momento scomparso nel nulla, alla luce. Ciabattoni per la perizia si affiderà a padre Pfeiffer, esperto di Michelangelo della Gregoriana di Roma, il quale recentemente ha ribadito di essere convinto dell’autenticità dell’opera. Balestrieri, ex P2, era legato al conte Giacomo Maria Ugolini, proprietario del crocifisso e a capo dell’omonima fondazione, incaricato di gestire il patrimonio dopo la sua morte, nel 2006. Di Balestrieri, che vive a New York, si è occupata anche la Procura della Repubblica di Reggio Calabria, che lo ha indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione “Maestro”, per la quale è stato arrestato anche il segretario del conte Ugolini, Angelo Boccardelli. L’inchiesta della Procura torinese è finalizzata a capire se l’opera custodita nella cassetta di sicurezza è vera o un falso d’autore, come si ritiene essere quell’analogo crocifisso che un antiquario vendette anni fa all’ex ministro Sandro Bondi. Nella cassetta, inoltre, sono state ritrovate altre presunte opere d’arte, schizzi della Cappella Sistina sempre attribuiti a Michelangelo, a disegni di Matisse, Klimt, Raffaello, Guttuso, Picasso.

Francesca Biliotti

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