San Marino segna un punto nella sua battaglia per la tutela dei dati personali: TikTok ha versato 3,5 milioni di euro nelle casse dello Stato in seguito a una sanzione comminata dall’Autorità Garante dei Dati Personali della Repubblica. La decisione si inserisce in un contesto più ampio, in cui il social cinese è già sotto pressione per un possibile bando negli Stati Uniti.
La sanzione è stata motivata dall'assenza di misure adeguate per verificare l’età degli utenti al momento della registrazione. Secondo l’Autorità, presieduta da Umberto Rapetto, la piattaforma non ha implementato controlli sufficienti per impedire l’accesso ai minori di 16 anni senza l’autorizzazione dei genitori. Un punto critico che ha portato alla maxi-multa.
TikTok ha deciso di pagare la cifra richiesta, ma ha contestualmente impugnato il provvedimento, sostenendo che la questione normativa sollevata potrebbe creare un precedente per il settore. Il caso, dunque, non si chiude qui. "Per ora possiamo dirci soddisfatti per le casse dello Stato", ha dichiarato Rapetto a Il Resto del Carlino, "ma sappiamo che il ricorso di TikTok porterà a nuove valutazioni".
Il braccio di ferro tra San Marino e TikTok potrebbe avere ripercussioni più ampie per il social network, già nel mirino delle autorità internazionali. Mentre negli USA un intervento dell’amministrazione Trump ha temporaneamente bloccato un bando nazionale, in Europa le normative sulla protezione dei dati stanno diventando sempre più stringenti. Il caso sammarinese potrebbe dunque rappresentare un banco di prova per altre autorità europee.
TikTok riuscirà a ribaltare la decisione? Per ora, il Titano ha incassato la multa, ma la battaglia legale è tutt’altro che conclusa.