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San Marino nega la consegna dell'ormai famosa statuetta attribuita a Michelangelo

Bollata come irricevibile la richiesta dell'Italia

29 ago 2019
gli sviluppi
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L'esportazione non autorizzata di opere d'arte non è punita penalmente sul Titano. Alla base del 'niet' del commissario della legge Alberto Buriani c'è dunque una questione giuridica formale, che sembra nascere dalla non corrispettività dei due ordinamenti. La consegna da parte di San Marino dell'ormai famosa statuetta attribuita a Michelangelo significherebbe andare incontro alla confisca che il gip del tribunale di Rimini ha disposto, su richiesta del pm Davide Ercolani. E' dunque una ragione in punta di diritto che ha spinto il Tribunale di San Marino a bollare come irricevibile la richiesta. “Se questo è il ragionamento siamo gli unici come privati a poterlo riportare in Italia” commenta l'avvocato Francesco Ciabattoni, difensore di Angelo Boccardelli, che ha portato il caso in Cassazione.
Dopo anni di battaglie giudiziarie finite senza condanna l'opera, venuto meno il sequestro, stava infatti per entrare in possesso di chi ne rivendicava la proprietà, che l'aveva promessa al Battistero di Ascoli Piceno. Ma i primi di luglio la decisione del Tribunale di Rimini bloccò tutto, mandando a monte l'accordo che coinvolse anche l'ambasciatore d'Italia a San Marino Guido Cerboni. Anche per questo c'è chi ipotizza un caso diplomatico. Mentre invece tutto ruota attorno al requisito “doppia punibilità” : per accogliere la richiesta il fatto deve essere previsto come reato da entrambi gli Stati. Non c'è pace insomma per la statuetta contesa, la cui storia ha tutti gli ingredienti del giallo internazionale. E che ora aspetta i tempi della Corte al sicuro, nel caveau della Banca Centrale di San Marino


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