ISS

Sanità, nel 2020 serviranno 82 milioni. Cassa Compensazioni sempre più magra

Santi, "aumento fisiologico se guardiamo all'andamento demografico". La legge sulla dirigenza medica costa 1 milione e 800.000

Fra i temi più importanti al tavolo allargato troviamo, oltre all'economia, la sanità. Se ne è parlato ieri, alla luce dei dati di previsione portati dal Comitato Esecutivo dell'Iss all'attenzione di politica, categorie e sindacati. Per coprire tutte le necessità servono, per il 2020, 82 milioni. 2 in più dell'anno scorso, quando lo Stato trasferì all'ISS 71 milioni, attingendo il restante dalla Cassa Compensazioni, il cui fondo deriva dai contributi dei lavoratori autonomi e dipendenti. Modalità operativa che si ripete da anni, quella di mettervi mano, per non pesare troppo sul bilancio pubblico. Decisione tutta politica e che il tavolo sarà chiamato a dirimere.

Tornando alle cifre, l'Istituto chiede allo Stato un adeguamento sulla base dell'andamento dei costi. Le voci in aumento sono legate all'invecchiamento della popolazione e alla nuova legge sulla dirigenza medica il cui impegno economico si aggira intorno a 1 milione e 800.000 euro. “Il trend della spesa per la sanità è sì in aumento costante – spiega il Segretario Franco Santi - ma non supera il 4% all'anno, dato fisiologico se guardiamo all'andamento demografico, alle patologie croniche e degenerative legate all'età e all'assistenza socio sanitaria".

Rilevante anche la spesa farmaceutica: ogni anno troviamo sul mercato farmaci più costosi ma molto efficaci “che un sistema universalistico come il nostro – continua Santi - non può non somministrare”. Dunque lo Stato, in passato, ha trasferito all'Iss una cifra inferiore alle richieste integrando con la Cassa Compensazioni. Non c'è quindi da stupirsi se il saldo è calato bilancio dopo bilancio. Se dal 2014 al 2016 sono stati prelevati due milioni e mezzo circa all'anno, con l'aumentare delle esigenze sono cresciuti anche i "prelievi”, passando da 4 milioni nel 2017 a 6 nel 2018. Dei 70 milioni di dieci anni fa, a fine 2018 ne erano rimasti 27.

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