Scarichi inquinanti nel canale Ausa: si aggrava la posizione degli indagati

Scarichi inquinanti nel canale Ausa: si aggrava la posizione degli indagati.
Nuovi sviluppi nell'inchiesta della Procura sugli scarichi a mare.
Quattro intercettazioni telefoniche complicherebbero la posizione degli indagati: tre dipendenti del Comune di Rimini, e il titolare di una ditta privata. L'inchiesta, lo ricordiamo, partì un paio d’anni fa, quando la Guardia di Finanza interruppe di notte i lavori sul canale Ausa che avrebbero portato a scaricare nelle acque dell'Adriatico liquami fognari e sabbia di scolo altamente infetta. Le quattro telefonate di cui si parla e che si trovano allegate agli atti dell’indagine, sono proprio di quei giorni. Secondo quanto sostiene l’accusa, un funzionario del Comune, di concerto con un dirigente, chiese al titolare dell’impresa di eseguire l'intervento di scarico dei liquami in serata, in modo da evitare occhi indiscreti. Ci fu inoltre un'altra telefonata, giudicata preziosa dagli investigatori, e che vedrebbe il titolare della ditta incaricata avvertire l’impiegato del Comune dell’intervento della Finanza e della Polizia Municipale. L’imprenditore sospettava, infatti, che le forze dell’ordine fossero state avvertite. I difensori Luca Greco e Moreno Maresi si sono detti convinti che i fatti possano essere chiariti, e che si arrivi all'archiviazione per infondatezza della notizia di reato.

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