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Una scossa di magnitudo 6.1 ha fatto tremare nuovamente la terra in Giappone

19 mar 2011
Una scossa di magnitudo 6.1 ha fatto tremare nuovamente la terra in Giappone
Una scossa di magnitudo 6.1 ha fatto tremare nuovamente la terra in Giappone
E’ una lotta contro il tempo, una battaglia estenuante per far scendere la temperatura nei reattori della centrale di Fukushima. Un cavo dell’energia è stato ripristinato in uno dei reattori e questo potrebbe aiutare a rimettere in sesto le pompe di raffreddamento ma ancora manca l’elettricità. Intanto tracce di iodio radioattivo sono state trovate nell'acqua di rubinetto a Tokyo e in altre aree limitrofe. Livelli di radioattività superiori ai limiti legali sono stati riscontrati anche nel latte prodotto nei pressi della centrale nucleare di Fukushima e negli spinaci coltivati nella vicina prefettura di Ibaraki. Secondo gli esperti, però, i livelli di radioattività nell'aria a Tokio sono compatibili con i valori di fondo naturale. Lo avrebbero rivelato le misurazioni effettuate dalle autorità giapponesi, dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica e dagli esperti italiani che sono presenti nell'ambasciata d'Italia. L’agenzia per l’energia atomica ha inoltre verificato i test effettuati negli ultimi due giorni in altre 47 città del Giappone senza riscontrare significativi cambiamenti nei livelli di radioattività, che si manterrebbero al di sotto della soglia di rischio per la salute umana. Domani, il team della Protezione Civile si recherà nelle regioni a nord di Tokyo per una campagna di rilievi in diversi punti allo scopo di verificare le informazioni disponibili. Il previsto cambiamento meteo tra lunedì e martedì potrebbe però far variare i livelli di radioattività ambientale "ed è quindi opportuno che chiunque decida di rimanere a Tokyo e nelle prefetture limitrofe, soprattutto al nord, sia consapevole delle possibilità di esposizione, per quanto lieve". Così recitano i bollettini ufficiali. Il governo giapponese da tre giorni sta distribuendo iodio alle persone sfollate da un raggio di 20 chilometri dalla centrale nucleare disastrata di Fukushima, per aiutare l'organismo a combattere eventuali effetti della radioattività.

Sergio Barducci

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