Secchiano: la casa di prima accoglienza per migranti. Le storie

Quattro mura dentro le quali si incontrano persone, esistenze e sofferenze. Nella casa di prima accoglienza di Secchiano, a Novafeltria, si dà un tetto a chi è in difficoltà, soprattutto ai migranti. Qui opera la Caritas. Quando la andiamo a visitare è un giorno come tanti. Fuori non c'è nessuno. A un certo punto, però, da un angolo spunta Sadio, 20 anni, senegalese. Ci da il benvenuto, a modo suo, sorridendo e parlando dell'Italia come di un grande Paese. Per entrare dobbiamo aspettare Lorenzo Flenghi, della fondazione San Paolo.

Oltre a frequentare lezioni di italiano, gli ospiti lavorano alla pulizia delle strade comunali. Ora ci sono 14 persone, in gran parte richiedenti asilo. Vengono da Ghana, Mali, Guinea e altri Paesi. Oppure dall'Afghanistan, come Nasir Ahmad, 24 anni, in Italia da 4 mesi. Per arrivare è passato per la Turchia, poi in Grecia.

Tra loro, c'è chi porta segni fisici, incancellabili, delle violenze subite. Poi c'è chi aiuta. Giovanni – nome di fantasia – era un imprenditore. La sua attività è andata male, è separato. Ha trovato alloggio nella casa e, in cambio, si occupa dei pasti per i ragazzi.

Mauro Torresi

Nel servizio, le storie dei migranti

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