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Serata partigiana: la "Resistenza" al teatro Titano

30 apr 2008
Partigiani
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E’ intervenuta anche Bice Biagi che ha raccontato l’esperienza del padre, il giornalista Enzo Biagi, durante la Resistenza.
A pochi giorni dal 25 aprile, Festa della Liberazione in Italia, a San Marino una serata dedicata al tema della Resistenza. Toccante l’intervento di Bice Biagi: ha ricordato la scelta del padre, Enzo Biagi, di aderire, giovanissimo, alla Brigata di Giustizia e Libertà che operava sull’Appennino emiliano. Una scelta difficile, rischiosa, per stare dalla parte di chi aveva deciso di lottare per il ritorno alla libertà e alla democrazia. “Mio padre – ha detto – è rimasto coerente a quegli ideali per tutta la vita e li ha difesi con orgoglio”.
La serata è stata introdotta dal professore Maurizio Gobbi che ha inquadrato il periodo storico-politico della Resistenza, criticando il revisionismo sul fascismo. Il sammarinese Giuseppe Maiani, da tutti conosciuto come Pippo, ha voluto sottolineare che, contrariamente a quanto viene sostenuto in alcune ricostruzioni storiche, la Resistenza c’è stata anche a San Marino. Alcuni sammarinesi hanno coraggiosamente svolto il ruolo di staffette e altri hanno combattuto sul campo, come Alessandro Maiani, sammarinese residente a Ravenna, che faceva parte della Brigata del leggendario comandante Bulow, il partigiano Arrigo Boldrini scomparso recentemente. Lo storico Amedeo Montemaggi ha ripercorso, attraverso la sua personale vicenda, il periodo bellico e in particolare l’episodio dell’uccisione dei Tre Martiri a Rimini. Fulvio De Mattia ha raccontato invece il suo “8 settembre” quando, dopo l’armistizio, da militare italiano, scelse di non collaborare con i tedeschi e venne deportato nei campi di concentramento. Presenti all’iniziativa anche l’Associazione Nazionale dei Partigiani di Rimini e di Pesaro Urbino. Auspicata dai relatori la trasmissione alle nuove generazioni dei valori basilari della Resistenza, nella consapevolezza che la libertà conquistata allora deve essere salvaguardata perché il rischio di un ritorno al passato non è mai scongiurato.

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