Intelligence, Netanyahu: Israele ha evitato attacchi in Europa

Le tensioni belliche in Siria si focalizzano sulle dinamiche internazionali con l'accusa ad Israele, da parte dell'esercito siriano, di aver attaccato un deposito di armi vicino Damasco. I raid, avvenuti la scorsa notte, sarebbero stati tre e partiti da tre luoghi diversi. La ricostruzione in un comunicato emesso dalle forze militari: dei jet israeliani avrebbero lanciato missili che hanno attraversato il Libano, due missili terra-terra sarebbero partiti dal Golan e altri dal territorio dello Stato ebraico.

Come risultato, ci sono stati danni materiali ai siti militari, un jet abbattuto e razzi intercettati o distrutti. Azioni che possono avere “pericolose ripercussioni”, hanno dichiarato fonti militari siriane. L'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria sostiene che le armi appartenessero alle milizie sciite libanesi Hezbollah e all'esercito.

Dal premier israeliano Benyamin Netanyahu non è arrivata una conferma dell'attacco. Ma in incontro con gli ambasciatori Nato, Netanyahu ha fornito un apparente riferimento alla questione, affermando che la politica dello Stato ebraico sia da anni quella di “impedire il trasferimento agli Hezbollah in Siria di armi che rompono gli equilibri”.

Nella stessa occasione, il Presidente israeliano ha rilevato che il suo Paese, avrebbe impedito “alcune dozzine” di “grandi attacchi terroristici” in Europa grazie al lavoro di intelligence. Tra questi - ha detto - attentati “mai sperimentati” in Europa.

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