Siria: imminente strike statunitense. Messaggi minacciosi da Trump

“Preparati Russia, perché i missili arriveranno”. Da questo tweet di Trump, risulta evidente come una crisi dagli esiti imprevedibili, nel Mediterraneo, sia ormai imminente. E pensare che appena una settimana fa il Presidente fa aveva dato disposizioni per il ritiro del contingente americano dalla Siria, suscitando le preoccupazioni del cosiddetto “Deep State” e di alleati regionali quali l'Arabia Saudita. Poi, appena 3 giorni dopo, con una puntualità inquietante, il presunto attacco chimico a Douma, sul quale numerosi analisti hanno espresso forti perplessità. "Credo più alla provocazione dei ribelli filo-sauditi”, afferma il Direttore di AnalisiDifesa.it. Secondo Gianandrea Gaiani l'obiettivo sarebbe innescare una escalation, visto che i Siriani, con l'appoggio russo, stanno vincendo la guerra. A questo punto, comunque, lo strike – probabilmente con il supporto di Francia e Regno Unito - appare certo. Tanto che l'Agenzia europea per la sicurezza aerea ha diramato un'allerta, sulle rotte del Mediterraneo orientale, a causa di possibili raid missilistici entro le prossime 72 ore. “Ma attaccare oggi la Siria, ammonisce Gianandrea Gaiani, non è un'operazione semplice”. Il Cremlino – del resto - ha già fatto sapere di riservarsi il diritto di “abbattere i missili” e soprattutto “distruggere le fonti di lancio”, in caso di aggressione statunitense alla Siria. La situazione, insomma, potrebbe andare drammaticamente fuori controllo. Tutto ciò all'indomani della seduta del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, dove è stata bocciata anche la terza bozza di risoluzione presentata da Mosca, che chiedeva l'invio di investigatori Opac a Douma. La Russia, dal canto suo, ha invece posto il veto alla bozza statunitense poiché – come ha ricordato il rappresentante presso le Nazioni Unite - “formula accuse prima ancora che sia stata condotta qualunque indagine obiettiva ed indipendente”.

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