Siria: il vertice di Losanna si chiude con un nulla di fatto

Dopo il sostanziale fallimento, dell'accordo di Ginevra, l'incontro che si è tenuto a Losanna era considerato una sorta di ultima spiaggia, per tentare di raggiungere un cessate il fuoco ed una soluzione politica della crisi siriana. La riunione, preceduta da un bilaterale tra John Kerry e Serghei Lavrov, ha visto la presenza anche dei ministri degli esteri di Iran, Turchia, Egitto, Qatar, Iraq, Arabia Saudita e Giordania, e dell'inviato speciale dell'Onu, Staffan de Mistura. “Sono state discusse diverse idee interessanti – ha detto Lavrov - ed i partecipanti si sono detti d'accordo per ulteriori contatti nel prossimo futuro”. Ma, come ha sottolineato Kerry, non è stato raggiunto alcun accordo concreto; tanto che alla fine si è rinunciato alla consueta conferenza stampa congiunta. C'è chi dice che, tra i temi sul tavolo, ci fosse anche una possibile frammentazione del Paese, secondo sfere di influenza. Ma secondo un esperto come Luciano Canfora - direttore del Dipartimento di Storia, Cultura e Storia Sammarinese dell'Università di San Marino -, non è improbabile che – alla fine – si opti per garantire l'integrità territoriale alla Siria. Nel frattempo, nel Paese, si continua a combattere duramente. Sul decisivo fronte di Aleppo l'Esercito Siriano continua ad avanzare, all'interno della sacca occupata dalle forze anti-governative e dalle milizie legate ad Al Qaeda. Dal canto suo il cosiddetto esercito siriano libero, una delle forze di opposizione ad Assad, appoggiate dalla Turchia, avrebbe conquistato la città di Dabiq, considerata di altissimo valore simbolico dall'ISIS.

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