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In Siria le violenze non accennano a diminuire

23 lug 2012
In Siria le violenze non accennano a diminuire
In Siria le violenze non accennano a diminuire
La missione degli osservatori Onu-Lega Araba è stata prorogata di un mese ma sarà l’ultimo mese e intanto si susseguono notizie di esecuzioni sommarie. E oggi sono tornati i conflitti a fuoco e le esplosioni nella capitale Damasco, mentre resta confusa la situazione in alcuni posti di frontiera che i ribelli hanno prima conquistato poi perduto in seguito ai combattimenti con l’esercito. Il portavoce del ministero degli esteri siriano ha assicurato che il regime non ricorrerà alle armi chimiche in suo possesso se non in caso di aggressione esterna. Una precisazione che comunque non rassicura più di tanto e che conferma la disponibilità, da parte di damasco, di armi di distruzione di massa.
Anche l’Unione europea preme per una transizione del potere in Siria con l’uscita di scena di Assad. Ma Bruxelles "mette in guardia contro un'ulteriore militarizzazione del conflitto: “Oggi – ha dichiarato l'Alto rappresentante Ue per la politica estera Catherine Ashton - abbiamo fatto passi concreti per limitare i rifornimenti che alimentano i combattimenti". I ministri degli Esteri dell’Unione Europea hanno deciso di rafforzare l'embargo delle armi contro la Siria. In base alle misure prese, i Paesi Ue saranno tenuti a ispezionare navi e aerei diretti in Siria se sospettati di trasportare armi o materiale che può essere usato a scopi repressivi.

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