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Solo una breve tregua nella guerra del gas

13 gen 2009
Gasdotto
Gasdotto
Mosca ha riaperto i rubinetti verso l’Europa ma il flusso è stato praticamente inesistente. La Russia ha accusato l’Ucraina di non aver aperto i gasdotti al metano pompato da Gazprom, Kiev ha dapprima dichiarato che il gas stava entrando nei suoi sistemi e che la pressione cresceva, poi ha ammesso di averlo bloccato per le «condizioni del transito inaccettabili» imposte dal colosso russo dell’oro blu. Problemi tecnici li ha definiti il premier Ucraino, che ha fatto riferimento a pressione troppo bassa.
In Italia non è emergenza, e neppure a San Marino. Grave invece la situazione in Ungheria, che dipende per l’80% dalle forniture russe, con 40 persone morte assiderate negli ultimi giorni; 43 morti anche in Romania, in uno degli inverni più freddi degli ultimi anni. Intanto cresce lo sdegno della Commissione Europea per una situazione definita inaccettabile. Bruxelles punta il dito contro Mosca e Kiev soprattutto perché gli osservatori della missione non hanno ancora avuto pieno accesso nelle sale operative delle centrali di smistamento nelle due capitali, in chiara violazione – accusa Bruxelles – dell’accordo raggiunto tra le parti. Per la commissione non ci possono essere più scuse per ritardare il flusso di metano in Europa. Ma il braccio di ferro continua, mentre in alcune città c’è chi muore di freddo.

Monica Fabbri

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