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Spazi sociali dell'Emilia Romagna in solidarietà con i terremotati. Nessuna commissione sui bonifici

1 giu 2012
Spazi sociali dell'Emilia Romagna in solidarietà con i terremotati
Spazi sociali dell'Emilia Romagna in solidarietà con i terremotati
Gli attivisti del Lab.Paz Project hanno attivato dalla giornata di mercoledì una campagna di raccolta di materiali di prima necessità (Saponi, Carta igienica, Pannolini per bambini, Pannoloni per anziani, Assorbenti igienici, Dentifricio, Spazzolini da denti) che porteranno al Tpo di Bologna questa mattina e che saranno consegnati all'associazione Mani Tese di Finale Emilia. Anche nella nostra città sono arrivati alcuni sfollati della provincia di Modena che hanno lasciato autonomamente i territori devastati dal terremoto perchè troppo insopportabile il "sentirsi chiusi dentro un campo recintato" o vedere costantemente e quotidianamente le immagini del proprio paese, delle proprie case, dei luoghi di aggregazione e di lavoro devastati. Forme nuove di autorganizzazione e di solidarietà dal basso che si è attivata in pochissimo tempo dimostrano che vi è la possibilità di produrre istituzioni del comune tutti e tutte insieme, di provare a trovare soluzioni per superare e rielaborare il trauma, della terra che costantemente si muove sotto e intorno a te. Nei prossimi giorni continuerà l'iniziativa sempre in contatto con il Tpo. Anche il Lab. Aq16 di Reggio Emilia sta raccogliendo presso il proprio spazio altri materiali per altre zone colpite dal sisma. Qui le info: Un aiuto dal basso. Raccolta beni di prima necessità per le vittime del terremoto

Terremoto - I giorni dopo e la forza della solidarietà
Il sisma non sembra fermarsi in Emilia Romagna. Anche questa notte più di trenta scosse si sono registrate nelle zone della pianura padana già colpite nei giorni precedenti.
Quello che possiamo notare dal nostro osservatorio tangenziale alla linea del terrore è il senso di smarrimento e di panico ogni volta che la terra trema, insieme all'incertezza sul futuro di queste terre e di chi le abita.
Terre quasi sconosciute anche a noi di Bologna che viviamo a poche decine di chilometri. Due giorni fa, la prima volta che le abbiamo attraversate in macchina abbiamo subito visto le case coloniche contadine, i capannoni industriali, le rocche del periodo estense crollati e circondati da macerie. Sembra che il terremoto abbia voluto colpire la storia di queste terre. I piccoli e antichi borghi, ma anche l'agricoltura, che prima dello sviluppo industriale dava lavoro alla maggioranza dei cittadini che vivono questi territori, la piccola e media industria (il settore più colpito è quello biomedico) che negli ultimi 40 anni ha occupato con i suoi capannoni e distretti migliaia di ettari di terra, cambiando il panorama della stessa pianura padana. Quegli stessi capannoni motore di occupazione oggi crollano causando la morte di decine di operai.
E poi le macchie azzurre degli accampamenti della protezione civile e le centinaia di tende e roulotte piazzate nei giardini, nei campi e nei parchi pubblici, perché molti agli accampamenti per gli sfollati preferiscono rimanere vicino alla propria casa.
La paura, la perdita della casa e del lavoro non aiutano a guardare avanti. Parlando con le persone che abbiamo incontrato a Finale Emilia, e con cui stiamo predisponendo una nuova raccolta di materiali e una serie di iniziative per le prossime settimane nei territori terremotati e a Bologna, lo spettro che tutti evocano è quello de l'Aquila, di una ricostruzione dei borghi, delle case, delle loro attività industriali e agricole lenta, contorta, irrazionale, diversamente dagli annunci di efficienza e di celerità.
Oggi consegneremo il secondo carico di materiali che abbiamo raccolto grazie a tutte quelle decine di associazioni e di singoli cittadini che rendono attiva e solidale la città di Bologna ed anche di Rimini. Al punto di raccolta del Tpo c'è un continuo via vai di persone che arrivano con le macchine piene di prodotti acquistati da portare nelle zone colpite dal terremoto: giovani studenti, precari, pensionati, colleghi di lavoro che hanno fatto le collette in ufficio. In questo periodo di crisi, con un livello di disoccupazione sempre più alto, con l'aumento della precarietà, con migliaia di operai in cassa-integrazione, constatare che la coesione ed il senso di comunità restano forti, e che tante persone non esitano a togliersi i soldi di tasca per portare il proprio contributo è la forza da cui ripartire.

Nessuna commissione bancaria per i bonifici in favore delle popolazioni colpite dal sisma
Con riferimento alle notizie circolate sulla stampa in merito alle commissioni applicate ai bonifici bancari in favore delle popolazioni colpite dal sisma, si informa che tali commissioni erano legate ad un conto corrente di tesoreria della Regione Emilia Romagna che, per questioni tecniche, non distingueva tali contributi di solidarietà. Attraverso un intervento straordinario della Banca, le commissioni sono state ora completamente azzerate.
Si è deciso inoltre che la banca provvederà a devolvere in beneficenza anche la cifra corrispondente alle commissioni finora incassate.
La Regione invita tutte le altre banche a non esigere commissioni per i bonifici sul conto destinato ad aiutare le popolazioni colpite dal sisma (IBAN – IT – 42 - I - 02008 - 02450 - 000003010203).

Rafforzata l'assistenza nei 32 campi della Protezione civile
Le informazioni utili: donazioni, contributi, disponibilità in alberghi. Non utilizzare il numero verde della Protezione civile per offrire aiuti o denaro.

Bologna - Prosegue la sistemazione e il rafforzamento dell’assistenza nei 32 campi della protezione civile (in 17 Comuni delle province di Modena, Ferrara e Bologna, di cui 10 nuovi istallati dopo il sisma di martedì 29) ma anche in alberghi, palestre e scuole messe a disposizione dai Comuni. Dopo l’ultima scossa avvertita alle 9 del 29 maggio, sono state soddisfatte pressoché tutte le richieste di sistemazione da parte di coloro che hanno avuto necessità.
Oggi sono 6 le squadre della Protezione Civile dell’Emilia-Romagna impegnate nella verifica della funzionalità dei servizi essenziali dei campi quali energia elettrica, rete fognaria, idraulica ed igienica. In queste ore – in vista dell’arrivo dell’estate - è stata avanzata la richiesta di 1500 climatizzatori.
Sono 305 le scosse che si sono verificate dopo quella di martedì.

Donazioni e aiuti
In questa fase di emergenza c’è bisogno soprattutto di soldi. Si possono donare 2 euro via sms da cellulare o con chiamata fissa al 45500. Anche la Regione Emilia-Romagna ha attivato una raccolta fondi, con versamento postale o bancario. Se si vuole dare un aiuto in questa fase di emergenza, è necessario rivolgersi ai Centri servizio del volontariato provinciali. Per facilitare il lavoro dei Centri, però, è meglio non telefonare ma inviare la richiesta con i propri dati e disponibilità via mail ad un unico indirizzo per tutti:terremoto.volontariamo.com

Serve donare il sangue?
No, non c’è attualmente una necessità aggiuntiva di sangue.

Disponibilità negli alberghi
Gli albergatori devono comunicare la loro disponibilità ai Comuni oppure a Federalberghi o a Assohotel con i quali il Dipartimento di protezione civile ha stipulato una apposita convenzione. I cittadini che vogliono usufruire di ospitalità in albergo devono fare riferimento al proprio Comune.

Verifiche di agibilità
Ingegneri, architetti e geometri che vogliono proporsi per le verifiche di agibilità devono avere frequentato un corso di valutazione e di rilievo del danno e ottenuto la relativa attestazione dalla Protezione civile. In questo caso possono inviare il curriculum a sisma2012@regione.emilia-romagna.it
Il numero verde della Protezione civile
Il numero verde della Protezione civile regionale 800 333911 è un servizio destinato solo al coordinamento dei soccorsi e non alla raccolta di offerte materiali o di aiuti in denaro.

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