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Spiagge: L'UE boccia l'Italia su proroga concessioni

14 lug 2016
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Spiagge: L'UE boccia l'Italia su proroga concessioni - Pronta la legge delega che: "deve prevedere un primo congruo periodo transitorio da negoziare con la...
"Niente automatismi, per le concessioni servono delle gare". La Corte di giustizia europea si è espressa contro la proroga al 31 dicembre 2020 per le attuali concessioni demaniali che era stata avanzata dal Governo italiano. I giudici hanno sentenziato che il diritto dell'Unione è contrario alla proroga automatica in assenza di una selezione tra i potenziali candidati, con garanzie d'imparzialità e trasparenza, e un'adeguata pubblicità. Secondo la Corte, quindi, la legislazione italiana contrasterebbe con i principi di non discriminazione e tutela della concorrenza imposti dalla Bolkestein. La Corte ha inoltre stabilito che spetta ai giudici nazionali verificare se le concessioni italiane debbano essere oggetto di un numero limitato di autorizzazioni a causa della “scarsità di risorse naturali”.  Una doccia gelata per i gestori degli stabilimenti balneari, anche se nell’immediato non cambierà nulla. Si sono già alazate voci di protesta ed il governo correre ai ripari:subito una norma ponte e poi una legge delega per il riordino del comparto. Nel frattempo, una pezza per sanare nell’immediato la situazione di irregolarità ed evitare sanzioni da Bruxelles, dovrebbe essere inserito un emendamento nel decreto enti locali. Situazione tesa anche in Riviera dove in prima fila si mettono gli onorevoli Tiziano Arlotti e Sergio Pizzolante che hanno contribuito alla stesura della legge delega, che garantisce un periodo di transizione, il riconoscimento del valore commerciale delle attuali concessioni e della professionalità acquisita. Il sindaco di Rimini Andrea Gnassi bacchetta chi in questi anni ha cercato scorciatoie e ricorda come nel pensare al futuro del balneare la priorità debbano essere investimenti, innovazione e riqualificazione. Anche Oasi Confatigianato auspica una seria legge di uso del Demanio attesa da anni da tutto il comparto.
L' Associazione Cna Balneatori di Ravenna chiede un "incontro urgente al Governo insieme alla norma temporanea". E pretende poi di vedere e discutere il testo della riforma. "Qualora le cose non andassero in questo modo e ci fossero ancora ritardi - avverte il coordinatore provinciale, Nevio Salimbeni - "siamo pronti a inziative particolarmente forti per difendere le imprese fino alla serrata degli stabilimenti". Il segretario del Pd dell'Emilia-Romagna, Paolo Calvano, rilancia: il partito è a fianco della Regione "rispetto alla richiesta rivolta al Governo di procedere in tempi rapidi", ricordando che "in Emilia-Romagna parliamo di oltre 1.500 imprese balneari, di migliaia di posti di lavoro" e di un settore turismo che produce "oltre il 10% del Pil regionale".


VA

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