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Studenti iscritti fuori confine tornano nelle scuole del Titano. Il Preside: "il fattore umano gioca un ruolo fondamentale"

di Monica Fabbri
17 nov 2020
Nel video Giacomo Esposito
Nel video Giacomo Esposito

La scuola sammarinese si adegua per garantire lezioni in presenza, mentre in Italia sono circa 400.000 gli insegnanti al lavoro da remoto - il 45% dei docenti in servizio – per quasi 4 milioni di alunni. Le difficoltà della didattica a distanza non sono solo tecniche, viene meno il rapporto personale, lo scambio umano, elemento che ha spinto studenti sammarinesi iscritti fuori confine a chiedere di tornare a studiare in Repubblica. Ogni anno sono indicativamente 150 i giovani sammarinesi che si iscrivono in Italia e altrettanti scelgono le scuole del Titano, proporzione rispettata anche a settembre. 

Nelle ultime due settimane, però, sono stati in sei a chiedere di tornare mentre nessuno – come invece accade fisiologicamente – si è trasferito nelle scuole del circondario. Tutte accolte le domande anche se con non poche difficoltà per limiti strutturali dovuti alle misure di sicurezza. Il distanziamento dei banchi ha infatti ridotto i posti nelle classi e le situazioni più critiche si registrano nelle prime del linguistico e del tecnico. “Ad ogni nuova richiesta – spiega il Preside della scuola Secondaria Superiore - si riconsidera la distribuzione di tutte le classi, un lavoro non semplice che comporta tempi di risposta prolungati. Per accogliere i sei studenti – racconta Giacomo Esposito – è stata rivista completamente l'organizzazione logistica”. 

A permettere, poi, l'iscrizione al linguistico la fortunata circostanza di un posto libero per il trasferimento di uno studente ad un altro indirizzo di studi. Il problema dei pochi posti comunque rimane a fronte di altre domande che potrebbero arrivare anche da studenti italiani considerando la reciprocità. Esposito si concentra sul fattore umano: “Quando si effettua una scelta non facile a quell'età e si opta per una scuola fuori territorio – spiega - ci si mette in gioco, per fare esperienze e conoscere persone nuove. La didattica a distanza impedisce tutto questo. A volte i ragazzi si trovano isolati e nell'impossibilità di creare quelle relazioni sociali che aiutano, perché il supporto umano reciproco è fondamentale anche per il successo formativo. Probabilmente le scelte che si stanno orientando verso la nostra scuola risentono di questo fattore, cioè l'impossibilità di interagire personalmente con i propri compagni, consapevoli del fatto che invece a San Marino, visto che attualmente la situazione ce lo consente, questo aspetto fondamentale della scuola è mantenuto integro”.


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