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Stupore ed incredulità alle dichiarazioni del comandante GdF Cecchi

25 feb 2011
Sono di stupore e incredulità le prime reazioni a San Marino alle pesanti dichiarazioni del comandante della Guardia di Finanza di Rimini, Enrico Cecchi. Stupore per la gravità delle affermazioni, dal momento che l’alto ufficiale sostiene sul Titano “sia in corso una spartizione del territorio di cui i sammarinesi si renderanno conto solo quando ci scapperà il morto, l’omicidio eccellente”. Incredulità per quel dito puntato su San Marino nonostante una collaborazione messa in atto da qualche tempo, grazie alla quale si sono potuti attivare provvedimenti importanti proprio nella lotta alla criminalità. Il segretario alle Finanze, Pasquale Valentini, ricorda come sia stata proprio l’Italia a sospendere un accordo già pronto con il ministro Maroni, finalizzato a combattere le infiltrazioni malavitose. In aprile si terrà a San Marino un vertice antimafia, e anche questo costituisce un segnale di un rinnovato impegno. Ma il colonnello Cecchi sostiene che già da tempo alcuni malavitosi sono residenti sul Titano e sono stati in grado di naturalizzarsi: “se il travaso di informazioni e dati fosse realmente attivo – aggiunge il comandante delle Fiamme Gialle – certi personaggi, già incappati nelle maglie della giustizia italiana, non si anniderebbero sul Titano”. Eppure la collaborazione con la Guardia di Finanza sembrava aver raggiunto livelli discreti, grazie anche al lavoro del CLO, l’Ufficio Centrale di Collegamento, elogiato anche dal comanda generale italiano. Le rogatorie, lo ha rivelato l’Agenzia di Informazione Finanziaria, vengono evase con sollecitudine, ma probabilmente manca ancora qualcosa, se il colonnello Cecchi sostiene che società miste, sammarinesi e riminesi, nascondano i loro assetti societari grazie alle finanziarie della Repubblica. Forse però i due attori dovrebbero trovare migliori forme di comunicazione.

Sergio Barducci

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