Sviluppi nell'inchiesta "Why Not"

Sviluppi nell'inchiesta "Why Not".
La procura di Catanzaro non conferma né smentisce; Palazzo Chigi ribadisce l’assoluta estraneità del premier. Così come è ancora tutto da dimostrare il presunto comitato d’affari politico-massonico, con sede a San Marino, che gestiva fondi comunitari sull’asse Calabria-Bruxelles.
Questa l’accusa per la procura di Catanzaro. Secondo il Pm De Magistris, quella dei fondi pubblici europei, nazionali e regionali, è la strada per capire "la nuova Tangentopoli" che avviene "attraverso un sistema pilotato di erogazioni pubbliche, nel quale l’illecito si fa sistema e alligna trasversalmente nella politica, nell’economia, nelle istituzioni, nella magistratura".
Quello che finisce sui giornali, suo malgrado, è anche il nome della Repubblica. “L’inchiesta di Catanzaro riguarda cittadini italiani e non c’entra nulla con San Marino” ha ribadito il Segretario agli Esteri - sulla trasparenza stiamo costruendo il nostro ruolo internazionale”. Contesta il ripetuto richiamo alla Repubblica nelle cronache dell’inchiesta “Why Not”. Improprio il coinvolgimento e ingiusta la lesione d’immagine per il Paese, dal momento che le indagini condotte in territorio non hanno avuto alcun esito, né sono state inviate al momento rogatorie sulla vicenda. Ma l’inchiesta ha avuto strascichi anche nel palazzo di giustizia catanzarese, il procuratore capo, Mariano Lombardi è stato sentito dal Csm nella querelle che lo vede contrapposto al pm Luigi De Magistris.

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