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Tamponi, il vademecum per orientarsi nella scelta

24 ott 2020
Foto Pixabay
Foto Pixabay

Sarà un inverno fondato sui tamponi. Dovranno farlo in molti, chi manifesta sintomi influenzali, chi per ragioni di lavoro e chi sarà stato a contatto con un positivo. In aggiunta ai tamponi molecolari tradizionali prendono sempre più piede i test rapidi, leggermente meno precisi ma che permettono di ridurre le lunghe attese. Ecco quali sono attualmente le diverse opzioni diagnostiche per il Covid-19:

TAMPONE MOLECOLARE è attualmente il test più affidabile per la diagnosi di infezione da coronavirus, l’unico a vantare una sensibilità del 98% e una specificità del 99%. È un tampone naso-faringeo che con metodiche di biologia molecolare evidenzia la presenza di materiale genetico (RNA) del virus, presente nella fase iniziale e acuta della malattia. Con una sorta di lungo cotton fioc si preleva un pò di muco dalla narice (tampone naso-faringeo) e/o dalla gola (tampone oro-faringeo) e il materiale viene poi inviato in laboratori altamente specializzati e formalmente individuati dalle autorità sanitarie. L’analisi richiede in media dalle 2 alle 6 ore dal momento in cui il campione viene avviato alla processazione in laboratorio.

TEST RAPIDO ANTIGENICO noto come tampone rapido, evidenzia, nei campioni respiratori, la presenza di proteine virali (antigeni). Le modalità di raccolta del campione sono del tutto analoghe a quelle dei test molecolari (tampone naso-faringeo) ma i tempi di risposta sono molto brevi (circa 15 minuti). L’affidabilità di questi test che ricercano proteine, e non l’RNA, del virus sembra però essere inferiore a quelle del test molecolare, arrivando a circa l’85%. E per tale ragione i risultati positivi vanno poi confermati attraverso il tampone molecolare. Potendoli eseguire anche sul luogo del prelievo, grazie a kit portatile, i test antigenici vengono utilizzati specialmente per grandi controlli, come lo screening dei passeggeri nei porti e negli aeroporti, dove è importante avere una risposta in tempi rapidi. Anche per lo screening scolastico quotidiano e rapido il Ministero della Salute ha ritenuto che i test antigenici siano attualmente la soluzione più adatta. Il ministro della Salute il 22 ottobre ha annunciato l’inizio di una sperimentazione di tamponi rapidi antigenici all’interno delle farmacie, come già sta avvenendo ad esempio nella provincia autonoma di Trento. Ha inoltre sottolineato come si stia lavorando a una convenzione con i medici di base per permettere che possano acquistare direttamente loro i tamponi rapidi necessari.

TEST SIEROLOGICO rileva l’avvenuta esposizione al virus, evidenziando la presenza di anticorpi: le immunoglobuline IgM, quando l’infezione è in fase iniziale (4 o 5 giorni dopo la comparsa dei sintomi, per poi scomparire) e le immunoglobuline IgG, che si trovano nel sangue un paio di settimane dopo la comparsa dei sintomi (ma possono comparire anche prima) e permangono poi per molto tempo. Questo esame rappresenta uno strumento importante per stimare la diffusione dell’infezione in una comunità ma non può essere considerato un sostituto del tampone poiché è solo quest’ultimo a dimostrare la presenza o meno del materiale genetico virale. In caso di positività del test sierologico bisognerà infatti sottoporsi tempestivamente a tampone. La procedura per effettuare l’esame sierologico prevede il prelievo e l’analisi del sangue La ricerca degli anticorpi può avvenire attraverso test sierologici qualitativi e quantitativi: con il test qualitativo con una goccia di sangue, ottenuta con il prelievo capillare (prelevato dal polpastrello tramite un pungidito), in 20 minuti, si può solo stabilire se una persona ha sviluppato o meno degli anticorpi, con una logica positivo/negativo, mentre con il test quantitativo attraverso un prelievo venoso si misura la quantità di anticorpi presenti nel sangue. Questo secondo esame è sicuramente più affidabile del test qualitativo immediato.

TEST SALIVARE: Recentemente sono stati proposti sul mercato diversi test che rilevano tracce del virus nella saliva stessa. Come per i tamponi, anche per i test salivari esistono test di tipo molecolare (che rilevano cioè la presenza nel campione dell’RNA del virus, un’analisi che per ora può essere svolta solo in laboratorio allungando di molto i tempi per ottenere i risultati) e di tipo antigenico (che rilevano nel campione le proteine virali e come per il tampone rapido si ottiene il risultato in circa 15 minuti). Questi test sono molto semplici e meno invasivi rispetto al tampone naso-faringeo, e con alcuni miglioramenti tecnici potranno risultare in futuro molto utili.

TEST DISTINTIVO: Presto lo Spallanzani sperimenterà dei test nasofaringei in grado di distinguere tra influenza stagionale (sia ti tipo A che di tipo B) e coronavirus, un test che se validato sarà preziosissimo questo inverno.

CHI DEVE FARE IL TAMPONE
Il tampone è obbligatorio per i viaggiatori che arrivano in Italia (dopo soggiorno o anche solo transito nei 14 giorni precedenti l’ingresso in Italia) da Belgio, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Francia, Spagna, Paesi Bassi
(esclusi territori situati al di fuori del continente europeo) e Repubblica Ceca.

Il test diagnostico sarà inoltre richiesto dal medico di base o dal pediatra in presenza di sintomatologia sospetta. I contati stretti di casi con infezione da Sars-Cov-2 confermati e identificati dalle autorità sanitarie potranno effettuare un test molecolare o antigenico al decimo giorno di quarantena (o in alternativa osservare un periodo di quarantena di 14 giorni dall’ultima esposizione al caso).

I POSITIVI DOPO QUANTO DEVONO RIPETERE IL TAMPONE
Le persone asintomatiche risultate positive al coronavirus possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa della positività, al termine del quale risulti eseguito un test molecolare con risultato negativo. Le persone sintomatiche risultate positive possono rientrare in comunità dopo un periodo di isolamento di almeno 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e possono eseguire il test molecolare dopo almeno 3 giorni senza sintomi
(non considerando l’alterazione di gusto e olfatto che possono avere prolungata persistenza nel tempo).

Benedetta de Mattei





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