Tecnici sanitari di radiologia sul piede di guerra

Tecnici sanitari di radiologia sul piede di guerra.
I tecnici sanitari di radiologia si riservano forme di protesta collettiva se non verrà risolto quello che definiscono “lo sfacelo” a cui è giunto il loro reparto. Con una lettera, inviata ai vertici sanitari, al sindacato e al primario del servizio di radiologia, ricordano di lavorare – da lungo tempo – con apparecchiature obsolete. Troppe volte, affermano, abbiamo dovuto ripetere esami radiologici, sottoponendo a doppia o tripla dose di radiazioni i pazienti e gli stessi operatori, per colpa della attrezzature ospedaliere. Le ditte fornitrici le hanno più volte riparate con mezzi di fortuna perchè, non essendo in produzione da molti anni, non sono più disponibili i pezzi di ricambio. In tutti gli Ospedali normali, sottolineano i tecnici di radiologia, il turn over delle apparecchiature prevede un ricambio ogni 5 anni. Anche la TAC, pur non essendo obsoleta, è ritenuta tecnologicamente superata. La mammografia viene fatta con apparecchiature più che decennali e con sistema di recupero dei chimici usati per il trattamento delle pellicole che viene effettuato a mano, con taniche di plastica e con il conseguente rischio di inquinamento ambientale. Nella lettera si segnala ancora che tutto il personale medico e tecnico della radiologia, ha eseguito una sola visita medica per radioesposti nel 97, mentre le normative europee prevedono controlli tassativi ogni 6 mesi, pena il divieto assoluto di lavorare in una Radiologia. Ci sentiamo profondamente offesi, scrivono, da questo stato di abbandono in cui ci troviamo quotidianamente ad operare e lo giudichiamo moralmente inaccettabile anche nei confronti dei pazienti. Purtroppo, concludono, l’abnegazione, l’arte di arrangiarsi e lo spirito di adattamento, non ci consentono più di arginare lo stato di sfacelo totale a cui è giunto il nostro Reparto. La questione passa direttamente sul tavolo del Consiglio d’amministrazione dell’ISS, anche perché è in qualche modo legata agli interventi strutturali per i quali è già stato stanziato il finanziamento. La cardiologia, infatti, verrà trasportata in un’altra zona per allargare i locali della radiologia. La volontà, assicura il Segretario di Stato per la sanità Rosa Zafferani, è senza dubbio quella di intervenire. C’è sicuramente, conferma, un problema legato al ritardo degli interventi strutturali che devono essere fatti all’immobile e c’è anche una questione intera legata ai tipi di attrezzature. Le risorse ci sono ed erano state già preventivate.
Per digitalizzare la radiologia, ricorda il direttore amministrativo Antonio Carattoni, c’è stata una gara d’appalto che si è conclusa e che è ora al vaglio di un apposito gruppo di lavoro. Anche perché il valore globale del nuovo sistema che utilizzerà il computer al posto delle lastre supera i 3 milioni di euro. E’ vero, commenta Carattoni, che gli impianti non sono aggiornatissimi, ma da due anni i gruppi tecnici stanno lavorando per risolvere il problema. Restano da chiarire ancora alcuni punti sulla normativa. Sulla questione sicurezza invece il direttore dell’ISS ricorda che esiste un consulente esterno che verifica il problema sia dal punto di vista dei pazienti che degli operatori e anticipa di avere affidato, al medico del lavoro, il compito di verificare la fondatezza di quanto denunciato dai sanitari di radiologia.

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