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Tempi della giustizia sammarinese: fa riflettere il caso Carisp

7 mar 2013
Tempi della giustizia sammarinese: fa riflettere il caso Carisp
Tempi della giustizia sammarinese: fa riflettere il caso Carisp - Un'eccezione che non rispecchia la reale situazione del tribunale di San Marino. Sicuramente fa rifl...
Un'eccezione che non rispecchia la reale situazione del tribunale di San Marino. Sicuramente fa riflettere la polemica sollevata da alcuni dipendenti Carisp circa la causa di lavoro che vede contrapposti Cassa di Risparmio e i propri dipendenti aderenti al Fondo previdenziale poi disdetto unilateralmente dagli allora amministratori della banca. E' un caso che interessa 100 persone, che si sta protraendo da sette anni e che ancora non è arrivata al secondo grado di giudizio. Inevitabile porsi una domanda sui tempi della giustizia del Tribunale di San Marino. Secondo Maria Selva, presidente dell'Ordine degli Avvocati, il caso è sicuramente molto grave ma non è in linea – per fortuna- con la media del ritmo del lavoro del tribunale. Tanto più che si tratta di una causa di lavoro. Difficile che situazioni come questa scontino l’arretrato che è regolarità nella giustizia civile a causa della carenza dei magistrati. Con l'aggravante che, ad ogni pensionamento, non c'è sostituzione immediata. E le cause che vengono riassegnate finiscono spesso in coda alle altre. Ecco, è facile che la causa in questione abbia avuto questo iter. Ma veniamo alla media: 4 anni nel civile. Nel penale invece la durata del processo viene fissata dai tempi di prescrizione del reato. Insomma i tempi della giustizia viaggiano su due binari. E anche qui c'entra la crisi, le congiunture di mercato. Basta dare un'occhiata al numero in ascesa contenuto nel registro delle cause civili. Si lascia correre quando l'economia tira, quando bisogna stringere la cinghia chi vanta crediti non fa sconti. E ricorre al tribunale per riscuoterli.

Sara Bucci

Cassa di Risparmio risponde ai dipendenti che lamentavano la lunga causa di lavoro ancora in piedi e chiarisce che riguarda 33 dipendenti in servizio e 13 cessati dal servizio e non oltre 100 come scritto ieri dai lavoratori. La disdetta del fondo pensione è stata formalizzata in linea e contestualmente agli interventi previsti da tutti i sistemi previdenziali occidentali. “Quanto viene reclamato – scrive Carisp – è la pretesa di mantenere il privilegio per pochi dipendenti di accedere al regime pensionistico ancora all’età di 55 anni”.

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