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Tenta di disincagliare la barca, annega trascinato dalla corrente

17 apr 2007
Guardia costiera
Guardia costiera
La “Mondsee” ora è ormeggiata di fronte alla Capitaneria di Porto di Rimini, a disposizione dell’autorità giudiziaria. Un incubo, non si può definire altrimenti la vicenda accaduta ieri a bordo di questo bel 12 metri a vela e motore.
I coniugi del Noce – entrambi 66enni - erano partiti da Ravenna per un viaggio in Sicilia. Doveva essere una bella avventura: il sole, il mare calmo. Ma dopo poche miglia di navigazione la fatalità.
Sono le 15 circa. L’imbarcazione si incaglia tra i cavi d’acciaio di un allevamento di mitili a 4 miglia al largo di Miramare. Proseguire è impossibile.
Allora Antonio Del Noce non esita, si tuffa in acqua, ancora freddissima, per tentare di liberare il natante, ma probabilmente accusa un malore. Non è in perfette condizioni fisiche, poco tempo prima era stato operato all’anca.
Per 4 volte, testimonierà la moglie, tenta invano di risalire sul “Mondsee”. Inutile anche il tentativo della donna di lanciargli un salvagente. Antonio Del Noce viene trascinato via dalla corrente.
E a questo punto per la donna inizia un calvario che durerà ore. Il cellulare è bloccato e la radio di bordo è impostata sul canale dei pescatori che pensano ad uno scherzo.
Alle 21, finalmente, la figlia riesce a contattare telefonicamente la madre e dà l’allarme. I soccorsi scattano immediatamente, con motovedette delle capitanerie di porto della zona ed un elicottero.
7 ore dopo la morte del marito, la donna viene tratta in salvo in evidente stato di choc. Il corpo di Antonio Del Noce verrà recuperato solo verso l’1 e 30, a poche centinaia di metri dalla barca.

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