Terremoto nell'Emilia: all'Università di San Marino un incontro d'approfondimento

A bocce ferme possiamo cominciare a ragionare sul terremoto che ha colpito l'Emilia lo scorso maggio. Sisma che - sottolinea il prof. Tarantino - possiede almeno quattro caratteristiche di unicità, a cominciare da un tempo di ritorno estremamente lungo, tra i 1000 e i 1500 anni, tanto da indurre erroneamente a considerare non sismica la zona, fino ai recenti fenomeni. Poi la sequenza delle scosse, che tra il 20 e il 29 maggio è stata pressoché continua, rendendo di fatto impossibile qualsiasi intervento immediato di messa in sicurezza degli edifici. Patrimonio edilizio quasi completamente inadeguato, per un 90-95% costruito senza criteri antisismici. Per la prima volta infine è stata colpita un'area fortemente industrializzata, non a caso è stato definito il “terremoto delle fabbriche”: molti i capannoni danneggiati e tra i morti soprattutto operai al lavoro. Valutazioni fatte dai ricercatori dell'Università di San Marino direttamente sul campo, nelle province colpite di Modena e Ferrara, attraverso la ricognizione e lo studio dei danni, insieme alla sovraintendenza dei beni culturali dell'Emilia Romagna e i Vigili del Fuoco. Dalle fotografie scattate in quei giorni si vede chiaramente l'evoluzione subita da crepe e fessure sugli edifici tra le due scosse principali di magnitudo 5.9 e 5.8. Danni – ha spiegato l'ing. Davide Forcellini – che si dividono in varie tipologie: crisi locali, cioè alle pareti e tamponature esterne; crisi globali, ossia il crollo strutturale vero e proprio; crisi del piano stabile, quando la struttura soprastante collassa su quella sottostante. Analizzato anche il fenomeno della liquefazione delle sabbie, del tutto nuovo per la zona. Fondamentali dunque mirate opere di consolidamento, provvisionali, per la messa in sicurezza di abitazioni e capannoni. Un aspetto sviscerato dall'ing. Luca Lanzoni che in loco ha lavorato a stretto contatto con la protezione civile. Per ogni costruzione esaminata, sono state compilate schede di valutazione dell'agibilità e quantificazione dei danni così da stabilire priorità e provvedimenti di pronto intervento.

Silvia Pelliccioni

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