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Test sierologici, prosegue lo screening

Disposti dall'ISS per mappare la situazione Covid-19 in territorio anche in chiave ripartenza. Oggi al Kursaal test del sangue su personale di palazzo Pubblico, funzionari delle segreterie e consiglieri

16 apr 2020

Test del sangue effettuati sul personale di Palazzo Pubblico, funzionari delle Segreterie, della Segreteria Istituzionale, nonché ai consiglieri della Repubblica, sempre su base volontaria, così come già avvenuto per i dipendenti delle Segreterie di Stato. Eseguiti dal personale medico, al Kursaal, per garantire massima sicurezza.

Il Direttore dell'Authority Gabriele Rinaldi è tornato a declinare i criteri di somministrazione del test – da un lato quelli “eseguiti per esigenze cliniche, mappando pazienti e familiari” – ma in parallelo si guarda anche a criteri di “rilevanza economica in vista della ripartenza”. In questo caso, occhio anche al funzionamento delle istituzioni in una indagine disposta proprio a pochi giorni dalla seduta del Consiglio Grande e Generale che tornerà a riunirsi la prossima settimana. Una scaletta già stilata e costruita in vista delle esigenze – inclusi personale delle forze dell'ordine e della Protezione Civile - e turni di chiamati che la Direzione Ospedaliera continua ad organizzare.

Obiettivo ripartenza, in sicurezza, anche per l'Emilia-Romagna, con il lancio del piano sui test ematici per accompagnare il graduale ritorno al lavoro. Saranno effettuati a tappeto, a partire da tutti gli operatori pubblici impegnati a vario titolo nella gestione dell'emergenza, accanto a quelli già in corso da giorni sul personale sanitario e operatori delle case protette. Il valore dei test anche nelle parole del commissario straordinario regionale, Sergio Venturi che ieri aveva lanciato l'allerta: “Il test sierologico non è un giochino, chi non ha sintomi da Covid, non ce l'ha”, mettendo in guardia i cittadini dalla corsa al test nei laboratori privati per questo tipo di diagnostica. Sono almeno 200 i test in commercio; solo l'ASL Romagna ne ha testati 150 e selezionati due, quelli attualmente in uso nei laboratori di Pievesestina: “Non c'è certezza che le cliniche private abbia fatto lo stesso lavoro di ricerca e sperimentazione, per cui – è il direttore di Microbilogia di Asl Romagna, Vittorio Sambri, a dirlo oggi al Corriere Romagna – il rischio di errori nel ricorso ai privati resta alto”.


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