Tifo violento

Indagati 6 ùltras del Rimini. In casa nascondevano oggetti pericolosi.
Andare in curva come andare in guerra. L'ambito sportivo era quello in cui fare violenza per la violenza. Mazze, catene, fumogeni, petardi, articoli di giornale che parlano delle loro 'gesta'. Sono indagati sei ùltras del Rimini, 5 maschi e una donna dai 25 ai 30 anni. Per molti di loro una doppia vita. Sono impiegati, rappresentanti, tecnici, alcuni vivono ancora con i genitori, altri da soli, altri sono sposati. Tutti i reati che hanno commesso, hanno l'aggravante di essere stati consumati nell'ambito di eventi sportivi. La Digos, coordinata dal dirigente Marcello Pedrotti ha effettuato sei perquisizioni domiciliari ed ecco i numeri del tifo violento: 94 torce da stadio, 40 bombe carta, 3 razzi nautici da segnalazione più diverse armi bianche improprie: coltelli a serramanico, tirapugni, catene, bandiere nere, croci celtiche e svastiche. I ragazzi indagati, hanno poi capito gli inquirenti nel corso degli accertamenti, sarebbero estremisti infiltrati tra i tifosi. Sequestrati anche numerosi indumenti, le 'divise': passamontagna con ricamata sopra la scritta 'ACAB' (all cops are bastars - tutti i poliziotti sono bastardi), felpe nere col cappuccio (mephisto) che lascia scoperti solo gli occhi. Tra il materiale sequestrato c'è anche una sorta di giuramento tra gli appartenenti al gruppo, in cui una donna giura fedeltà e devozione ai compagni così 'giuro sulla morte di tutti gli sbirri che amerò eternamente il mio gruppo di ultras'.

Valentina Antonioli

Nel video l'intervista a Marcello Pedrotti, capo Digos Rimini.

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy