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Topolino giornalista

3 mar 2017
Topolino giornalista
Solo nell'ultima settimana, per la cronaca, abbiamo ricevuto tre "lezioni"di giornalismo da soggetti che palesemente non hanno mai trascorso neppure un'ora in una redazione che sia degna di questo nome. E' un fenomeno che si ripete con una certa ciclicità in Repubblica, dispiace constatarlo anche se siamo certi che sopravviveremo alla vicenda.

Sul Tg di Rtv siamo ovviamente lieti e disponibili a raccogliere le critiche di tutti e di chiunque sia le osservazioni positive in merito al nostro modo di fare informazione - quali quelle di tutte le Reggenze degli ultimi quattro anni, di tutti gli schieramenti politici al temine delle ultime elezioni, di gente che qualcosa di giornalismo ne capisce come Paolo Mieli, Maurizio Costanzo, Italo Cucci, Alan Friedman, Giancarlo Dotto solo per citarne alcuni che sanno di cosa parlano e che sanno pesare le parole - sia quelle negative, solitamente di tuttologi drogati di social network con curricula clandestini almeno per quel che riguarda comunicazione e informazione.

Non che pensiamo che la storia possa concludersi qui e oggi. Lungi da noi che peraltro abbiamo una certa età e ne abbiamo viste di tutti i colori, credere che questa categoria dilettantistica di professori di giornalismo smetta di pontificare su cose di cui non sa praticamente nulla e lo dimostra in continuazione. Però lasciateci dire che è come se un giornalista dicesse a un medico che sta prescrivendo una cura sbagliata a un paziente, a un avvocato che sta sbagliando la causa, a un insegnante che non sa fare l'insegnante, eccetera e poi ne riparliamo rispetto alle relative reazioni. Insomma ognuno faccia il suo, parli di quello per cui ha studiato e per cui è preparato, sopratutto se non è in un bar ma in un contesto che conserva memoria pubblica.

Unicuique suum dunque, cioè a ciascuno il suo, lo si diceva tanto tempo fa e non è casuale che recentemente uno dei massimi esperti mondiali sui vaccini abbia preso una posizione durissima contro tutti gli esperti da web che straparlano di vaccini senza avere mai visto un microscopio. Si tratta di un fenomeno che si potrebbe definire "sindrome del tassista romano", categoria abilissima a avere solide opinioni su cose che ignora completamente.

cr

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