Trent’anni fa il disastro di Chernobyl

Era il 26 aprile 1986. La catastrofe nucleare più grave della storia avvenuta a Pripjat: a 15 km dalla città Chernobyl, in Ucraina che fu determinata da una serie di gravi errori, fatalità e limiti strutturali della centrale.
Quella notte, durante una simulazione di un guasto al sistema di raffreddamento, le barre di uranio del reattore numero 4 si surriscaldarono fino alla fusione del nocciolo. Il risultato furono 2 esplosioni con effetto 100 volte superiore a quello di Hiroshima. La copertura si disintegrò e si dispersero nell'atmosfera enormi quantità di vapore contenente particelle radioattive. Solo 36 ore dopo venne dichiarato lo stato d'emergenza. Arrivarono mille pullman per prelevare 350 mila persone dalla città e dintorni. Con il vento la nube radioattiva, nei successivi 14 giorni, arrivò in tutta Europa; scatenando il panico. Per spegnere parte dell'incendio, e avviare la costruzione di una struttura di contenimento, intervennero in migliaia – tra vigili del fuoco, tecnici, medici e militari -; il loro destino era segnato. A questi eroi, oggi, è andato il ringraziamento di Vladimir Putin. Tuttora, i bambini nati nella zona ad alto rischio, soffrono di patologie alla tiroide, problemi cardiovascolari e all’apparato digerente. E mentre procedono i lavori per la costruzione di un nuovo sarcofago, che andrà a ricoprire il primo rivestimento, il business non si ferma. Sono tantissime infatti leagenzie turisticheche offrono, a prezzi esorbitanti, visite guidate nella zona di esclusione.

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