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Trivellazioni in Adriatico, Arlotti firma risoluzione

13 mag 2014
Trivellazioni in Adriatico, Arlotti firma risoluzione
Trivellazioni in Adriatico, Arlotti firma risoluzione
"Vietare le trivellazioni in mare entro le 12 miglia dalla costa, rivedere il sistema delle autorizzazioni delle attività di ricerca di idrocarburi garantendo una maggiore tutela dell’ambiente, individuare una regolamentazione internazionale delle attività estrattive e di esplorazione degli idrocarburi attraverso un'apposita Conferenza dei Paesi rivieraschi. Sono i punti su cui la risoluzione presentata in commissione Ambiente della Camera, e sottoscritta fra gli altri dal deputato PD riminese Tiziano Arlotti, impegna il Governo a intervenire.
"L'iter della risoluzione è alle battute finali dopo una serie di audizioni con i vari soggetti interessati, tra cui Anci e amministrazioni locali, per approfondire l'argomento e arrivare ad un testo condiviso da tutti i gruppi parlamentari da approvare entro questo mese - spiega Arlotti -. Il tema centrale è la moratoria delle trivellazioni: la risoluzione impegna l'esecutivo a sospendere qualsiasi procedura estrattiva entro le 12 miglia dalla costa e a introdurre specifiche norme a maggiore tutela dell'ambiente per le attività al di fuori di tale fascia nell'Adriatico e nel Mediterraneo. Qualsiasi azione di trivellazione dovrà inoltre essere preceduta da una Conferenza fra gli Stati a carattere vincolante. Anche la normativa europea va rivista e occorre studiare dettagliatamente gli effetti delle attività estrattive sul nostro ecosistema marino, che va tutelato. L'Adriatico non è il mare del Nord".
La legge 134 del 2012 ha infatti modificato la normativa e il regime di autorizzazioni dell'attività di ricerca, prospezione e coltivazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare, ricorda l'interpellanza. In particolare si fissa un'unica e più rigida fascia per l'estrazione dell'olio e del gas, pari ad un'estensione di dodici miglia dalle linee di costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette, per qualunque nuova attività di prospezione, ricerca e coltivazione. La norma fa però salvi in modo retroattivo i procedimenti autorizzatori già in corso prima del 26 agosto 2010 ed esclude dalla valutazione di impatto ambientale le attività finalizzate a migliorare le prestazioni degli impianti di coltivazione di idrocarburi, compresa la perforazione, se effettuate a partire da opere esistenti e nell'ambito dei limiti di produzione ed emissione dei programmi di lavoro già approvati.
In occasione della «Conferenza internazionale delle regioni adriatiche e ioniche», inoltre, le regioni promotrici dell'iniziativa hanno votato un ordine del giorno che invita il Parlamento italiano a sostenere la ratifica da parte dell'Unione europea del protocollo offshore che impone una serie di condizioni da soddisfare prima che sia consentito l'avvio delle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi, e a promuovere con gli stessi Paesi dell'Unione europea, ma anche altri Paesi che si affacciano su Adriatico e Ionio una cooperazione inter-istituzionale che porti in breve tempo a firmare un protocollo di intesa per una regolamentazione comune delle attività estrattive e di esplorazione degli idrocarburi."

Comunicato stampa

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