La truffa corre su quattro ruote

Il meccanismo è quello classico della frode fiscale. L'operazione si chiama “Sponsor Laundering” perché questo volta, “quello che si voleva fare vedere e non era” gravitava attorno alle sponsorizzazioni sportive: gare automobilistiche, nello specifico. In manette, dopo una indagine delicata portata a termine a tempi record, è finito un team di esperti che offriva un vantaggioso “pacchetto di risparmio fiscale”.
Le tre società avevano sede legale a Coriano di Rimini ed una appositamente costituita nello stato off shore statunitense del Delaware: a capo di tutte un ex pilota che oltre a prestanomi compiacenti si era avvalso della consulenza di un vero e proprio professionista, originario di Ivrea e residente in Svizzera. Era lui che gestiva l'attività di riciclaggio in Svizzera dei proventi illeciti derivanti dal giro di fatture false, ed è stato arrestato dalla Guardia di finanza dopo un rocambolesco inseguimento in un bosco del torinese. Parte dei proventi della attività criminale, diversi milioni di euro, sono transitati anche in alcuni istituti di credito di San Marino. I conti aperti in Repubblica saranno oggetto di approfondimento nella seconda tranche dell'operazione, che ha portato finora al sequestro di abitazioni, auto, libretti di deposito, cassette di sicurezza.
La truffa portava vantaggio alle scuderie automobilistiche, che reperivano denaro per le manifestazioni, e agli sponsor. Pagano i cittadini: minori entrate per le casse dell'erario gravano su tutti.
[Nel video l' intervista a Mario Vencislai, comandante Guardia di Finanza di Rimini]

Sara Bucci

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