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Tumore al seno, l’esperto: in fase iniziale guaribile quasi al 100%. I sintomi da non ignorare e come fare autopalpazione

Fra i fattori che possono favorirne l'insorgenza anche l’allungamento della vita fertile senza gravidanze e l’eccesso di estrogeni dovuti a terapie, cosmetici o alimenti. La diagnosi precoce resta decisiva per aumentare le possibilità di guarigione

di Silvia Fabbri
25 ott 2025
Il Prof. Marco Bernini, direttore della Chirurgia Senologica dell'IRCCS Policlinico di Sant’Orsola
Il Prof. Marco Bernini, direttore della Chirurgia Senologica dell'IRCCS Policlinico di Sant’Orsola

Ogni anno, tantissime donne in tutto il mondo si trovano ad affrontare una diagnosi di tumore al seno, la forma di cancro più diffusa nel sesso femminile. I casi sono in crescita anche tra le under 50, complice la combinazione di stili di vita poco sani e fattori ormonali che possono aumentare il rischio di svilupparlo.
La diagnosi precoce resta un'arma decisiva: se individuato nelle fasi iniziali, infatti, il tumore al seno può essere curato con altissime probabilità di guarigione. Nel mese dedicato alla sensibilizzazione, il professor Marco Bernini, direttore della Chirurgia Senologica dell’IRCCS Policlinico di Sant’Orsola, spiega quali segnali non ignorare, come eseguire correttamente l’autopalpazione e perché i controlli regolari sono fondamentali.

Professore quanto è diffuso, quali sono i principali fattori di rischio e cosa si può fare per prevenire il tumore al seno?
Il tumore al seno è il primo tumore per incidenza nel sesso femminile nel mondo. Ogni anno a livello globale registriamo almeno 2 milioni di diagnosi, mentre i numeri della sola provincia di Bologna si attestano su una media di 1.700/1.800 casi. In pratica, una donna su otto nel corso della vita sviluppa un tumore al seno: stiamo parlando di un tema che ha un impatto sociale notevole. Purtroppo, l’altro dato preoccupante è che questa incidenza è in aumento, soprattutto nei Paesi occidentali e nelle donne under50. Si pensa che tale incremento sia dovuto soprattutto a stili di vita scorretti (abitudine al fumo, alimentazione poco salutare, sedentarietà) e a fattori ormonali, che possono essere condizionati sia dall’allungamento della vita fertile senza gravidanze sia dall’assunzione eccessiva di estrogeni a causa di terapie, cosmetici o alimenti.


Quali sono i primi segnali o sintomi da non ignorare?
Qualsiasi cambiamento della cute del capezzolo esterno, così come eventuali secrezioni dal capezzolo o comparsa di tumefazioni sia a livello della mammella che dell’ascella: sono tutti segnali che non vanno sottovalutati. In presenza anche di uno solo di questi sintomi, è bene rivolgersi al proprio medico.

L'autopalpazione: quanto è utile e come andrebbe eseguita correttamente?
È fondamentale. Controllare il proprio seno periodicamente aiuta a individuare per tempo gli eventuali segnali di cui abbiamo appena parlato. Autopalpazione, però, non vuole dire toccarsi a caso, ma con criteri ben precisi. Anzitutto, va eseguita ogni mese nei giorni immediatamente successivi al termine del ciclo mestruale, quando la fase ormonale è al suo minimo e la mammella è più soffice. Inoltre, la palpazione va fatta in maniera tale da coprire tutte le aree della mammella, comprimendole tra le dita e la gabbia toracica e andando a tastare anche l’ascella. Ancor meglio se tutto questo viene eseguito davanti allo specchio.

Quanto conta la diagnosi precoce: in che misura incide sulle possibilità di guarigione e sul tipo di trattamento necessario?
Individuare il tumore per tempo è cruciale per la prognosi. Idealmente lo screening, che in Emilia-Romagna è stato esteso da tempo alle donne over45, punta a diagnosticare l’eventuale tumore nelle sue fasi iniziali, quando ancora non è palpabile: in questo caso la probabilità di guarigione si avvicina moltissimo al 100% dei casi e l’intervento di rimozione è molto meno invasivo. È vero che l’incidenza dei tumori al seno è in aumento, ma è vero anche che oggi rispetto al passato si guarisce più facilmente grazie ai progressi ottenuti in termini di prevenzione e trattamenti efficaci. Ancora troppe donne, però, non si sottopongono a screening e controlli regolari: soprattutto dopo i 50 anni, la mammografia andrebbe svolta almeno ogni due anni.

Negli ultimi anni, a fianco delle fondamentali terapie chirurgiche e oncologiche, nei percorsi per la cura del tumore al seno si sono diffusi anche diversi trattamenti di supporto. Di cosa si tratta, e quanto sono efficaci?
Si tratta di terapie integrate come la psiconcologia, la riabilitazione sportiva, ma anche agopuntura e yoga. Iniziative che ovviamente non sostituiscono i trattamenti tradizionali, ma che possono supportare le donne nel percorso di cura con vantaggi significativi. Le pazienti che dopo una diagnosi di tumore intraprendono un percorso sportivo, ad esempio, presentano percentuali di recidiva molto più basse. Ormai queste terapie sono entrate negli ospedali italiani grazie al lavoro di diverse associazioni. A Bologna, ad esempio, dobbiamo ringraziare realtà come Komen, Loto odv e Seno di poi.





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