DEMOS

Ucraina e ruolo dell'informazione: focus con il giornalista Giorgio Bianchi

Ieri sera alla Montelupo di Domagnano serata pubblica organizzata da Demos con l'inviato di guerra Giorgio Bianchi. Ripercorsa la situazione Ucraina e del Donbass da dopo il 2014.

Un viaggio tra racconti, memorie, documenti e fotografie per approfondire il conflitto russo/ucraino e analizzare come viene raccontato dai media. Giorgio Bianchi, giornalista inviato nelle zone di guerra, ha ripercorso nella serata organizzata da Demos la situazione Ucraina e del Donbass da dopo il 2014. Un analisi completa che non riguarda solo il conflitto in se, spiega Bianchi, ma anche le varie emergenze che si stanno creando.

"Quello che stiamo vedendo era quello che un po', purtroppo, ci aspettavamo tutti - evidenzia Giorgio Bianchi - il solito processo della rana bollita. Si era partiti inizialmente dalle armi non letali, poi siamo arrivati alle armi letali, missili a lungo raggio, carrarmati. Si era detto i caccia no e adesso invece si sta parlando anche di quelli che non cambieranno minimamente le sorti del conflitto e si dimostra che il conflitto è un modo per l'occidente di svuotare gli arsenali di vecchie armi e produrne di nuove". 

Ruolo importante nel conflitto quello dell'informazione che, spiega, dovrebbe chiarire quali sono gli obiettivi delle parti in campo: “I russi vogliono mettere in sicurezza i territori abitati da russofoni – afferma Bianchi – gli ucraini puntano a riconquistarli, gli anglosassoni vogliono allargare la Nato, sanzionare la Russia ed indirettamente anche l'Europa, il cui ruolo invece, non è ancora chiaro”.

"Quello che la stampa non riesce a chiarire sono gli obiettivi dell'Europa - aggiunge - perché  se l'Europa tende ad andare a rimorchio delle dichiarazioni ucraine, vale a dire la guerra ad oltranza, ho come l'impressione che questa guerra non finirà mai".

Nel servizio l'intervista a Giorgio Bianchi (Giornalista e fotoreporter)

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