Ultimo giorno del G7 'della discordia'

Sarà ricordato come il vertice più teso di sempre, con Donald Trump che non ha avuto neanche bisogno di arrivare in Canada per destabilizzare il G7, proponendo il rientro della Russia nel formato G8.

Una provocazione per tutti i leader, con il solo endorsement- per quanto verbale- del premier italiano Conte che al suo debutto sulla scena internazionale ha interpretato il nuovo corso gli accordi di Minsk sull'Ucraina non sono ancora attuati', ha detto ' ma avere la Russia isolata non conviene a nessuno'.

I toni hanno trovato più morbidezza lontano da twitter e al momento i leader del G7 sono al lavoro su un documento finale che scongiuri una spaccatura sull’argomento forte, quello dei ‘dazi’ Ma nel lasciare in anticipo quel vertice che ha fatto di tutto per minimizzare il Tycoon è stato chiaro: cedere sui dazi è impossibile. “Non possiamo andare avanti con una situazione in cui gli Stati Uniti sono il salvadanaio da cui tutti rubano. Siamo stati trattati ingiustamente per colpa dei nostri leader passati. Abbiamo perso 817 miliardi di dollari, è inaccettabile. Vogliamo un commercio libero da tariffe, barriere e sussidi. Non possiamo più permetterci pratiche che ci danneggiano”. Ed ha saltato il confronto su ambiente e mutamenti climatici. A questo punto- che il summit termini con un comunicato ufficiale o no, poco importa.

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