Ungheria: vince il "No ai migranti", ma non c'è il quorum

65.000 voti. Con questo scarto esiguo, e contro ogni pronostico, in Colombia, ha prevalso il “no”, nel referendum sull'accordo di Pace tra il Governo e i guerriglieri delle Farc. Il documento era stato firmato lo scorso 26 settembre, ridando speranza ad un Paese dilaniato da 52 anni di conflitto armato. Poi questo voto-shock, caratterizzato da una elevatissima astensione. “Non mi arrenderò – ha dichiarato il Presidente Santos -. Il cessate il fuoco è bilaterale e definitivo”. Anche le FARC hanno ribadito di volere la Pace; ma l'ex Presidente Uribe – tradizionale alleato degli Stati Uniti, e principale promotore del “no” -, ha già parlato della necessità di correggere l'accordo. Si preannuncia, insomma, un altro periodo di grave instabilità. Proprio ieri si votava anche dall'altra parte del Mondo, in Ungheria; sull'obbligo di accoglienza delle quote di migranti decise dall'Ue. Il 98% dei magiari che si sono presentati alle urne ha votato per il “no”, ma la consultazione non è valida, non essendo stato raggiunto il quorum del 50%. Il Premier Orban ha già dichiarato che le conseguenze giuridiche del referendum entreranno in vigore in ogni caso. “Solo il parlamento ungherese – ha sottolineato – potrà decidere con chi vogliono vivere gli ungheresi”. Scelta sovranista e identitaria sostenuta anche dagli altri Paesi del gruppo di Visegrad: Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca. Ma la risposta dell'Unione è arrivata a stretto giro di posta. “I ricollocamenti decisi sono legge, e devono esseri rispettati – ha detto il portavoce della Commissione Ue - ci riserviamo di intraprendere azioni”. L'Italia – intanto - celebra oggi la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione: 3 anni fa il naufragio che costò la vita a 368 persone. “Non sappiamo se sono profughi o no quando li salviamo - ha ha detto il Ministro Alfano a Lampedusa - ma sappiamo che dobbiamo salvarli"

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