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Unicef: oggi la giornata mondiale dell'Infanzia

20 nov 2006
Unicef
Unicef
223 milioni di bambini vittime di maltrattamenti e abusi sessuali. 140 milioni le bambine doppiamente offese da culture che pretendono l’infibulazione, la mutilazione sessuale. 218 milioni i bambini lavoratori. Il Segretario di Stato per la pubblica istruzione, Francesca Michelotti, riassume i numeri più significativi del rapporto presentato dal Segretario generale delle Nazioni Unite e invita a fare, della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, una occasione di riflessione anche sui nostri ragazzi. Con lei, i rappresentanti delle scuole dell’infanzia, elementari, medie e del Dipartimento della Formazione dell’Università per dire che la cultura dell’infanzia si costruisce a cominciare dai genitori che oggi devono fare i conti con la mancanza di modelli e di supporti presenti fino a pochi anni fa. Prima di tutto, è stato detto, un figlio deve avere spazio nella mente e nel cuore mentre oggi i ragazzi, oltre a dover fare i conti con un territorio che li confina sempre più dentro casa, vengono considerati dalla società solo a fini consumistici. Dunque diritti negati, a livello globale, ma anche diritti non considerati. "Si tratta - ha detto il Segretario Michelotti - di portare al centro dell’attenzione delle politiche i diritti dei bambini e degli adolescenti e, fra questi, il diritto all’esercizio di una cittadinanza attiva nella prospettiva di una rinnovata qualità della vita urbana, ambientale e sociale. La società costruita con il contributo dei ragazzi - ha sottolineato - è una società dove tutti possiamo vivere meglio". Il Segretario di Stato per la pubblica istruzione ha anche fatto riferimento all’istanza d’arengo che chiede di allungare la durata dei centri estivi, facendola coincidere con la chiusura delle scuole. "Accoglieremo senz’altro questa richiesta - ha detto - perché pensiamo alle famiglie che hanno limiti materiali e non possono fare diversamente. Ma agli altri genitori chiediamo di stare di più con i loro figli e di riflettere sul fatto che non è giusto che i bimbi siano sempre ospitati dallo Stato".

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