Unità d’Italia: com’è nato il tricolore

“Così dentro una nuvola di fiori che da le mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, sovra candido vel cinta d’uliva donna m’apparve, sotto verde manto vestita di fiamma color viva”.
E’ la prima traccia scritta del tricolore di cui si abbia memoria, e si trova nella Divina Commedia di Dante, che usò i tre colori per dipingere le virtù teologali: verde speranza, bianco fede, rosso carità. Il “padre del Tricolore” però è considerato Giuseppe Compagnoni, giurista, giornalista e letterato italiano, che nel gennaio 1797 propose per primo che si rendesse universale lo stendardo o bandiera Cispadana di tre colori: verde, bianco e rosso. Ma forse i primi ad accostare i colori della futura bandiera nazionale furono due patrioti e studenti dell’Università di Bologna, Luigi Zamboni e Giovanni Battista de Rolandis, che nell’autunno del 1794 unirono il bianco e il rosso delle rispettive città, ossia Bologna e Castell’Alfero, in provincia di Asti, al verde, il colore della speranza. Volevano organizzare una rivoluzione per ridare al Comune di Bologna l’antica dipendenza perduta con la sudditanza degli Stati dalla Chiesa. E fu proprio a Bologna, in un documento datato 18 ottobre 1796 da parte del Senato provvisorio, che nacque la bandiera nazionale. Si legge: “Richiesto quali siano i colori nazionali per formarne una bandiera, si è risposto il verde il bianco e il rosso”.

Francesca Biliotti

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