Università e lavoro: Petrocelli, "Nostri laureati molto richiesti"
Sulla mancata corrispondenza di domanda e offerta il monito del Rettore: "Se le offerte non sono congrue a titoli e competenze i ragazzi non accettano"
Lo “skill mismatch” è la distanza tra le competenze richieste dal mercato e quelle effettivamente acquisite dai neolaureati. In Emilia-Romagna il fenomeno persiste, così come nel resto d'Italia. A confermarlo è il rapporto Skill intelligence della regione, che riporta i dati del 2023, basati sull'analisi di oltre 78mila annunci di lavoro: i profili più ricercati, come noto, appartengono alle discipline STEM (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica), a cui si aggiunge l'economia. Le figure professionali più richieste sono ingegneri, analisti gestionali, informatici, medici e specialisti del marketing.
Tuttavia, la mancanza di candidati – secondo il report - è la causa principale, nel 36% dei casi, delle difficoltà di assunzione. Il 13% delle aziende, invece, lamenta la preparazione inadeguata. I più difficili da trovare sono gli ingegneri elettronici, matematici e fisici e i professionisti della salute. La maggior parte degli annunci – 75% - viene pubblicato dal settore dei servizi, trainati da turismo e commercio, mentre la parte restante è coperta dal settore industriale. L'Università di Bologna, nel 2023, ha sfornato quasi 20.000 laureati, ma il divario tra domanda e offerta di competenze – si legge – resta ampio. All'Università di San Marino invece prospettive migliori.
"Teniamo presente che noi abbiamo l'11,5% di studenti sanmarinesi, il resto sono italiani e stranieri - spiega Rettore dell'Università di San Marino, Corrado Petrocelli -. Per quello che riguarda noi, siamo soddisfatti, perché i profili dei nostri laureati sono essenzialmente quelli che vengono richiesti. E alcuni, addirittura, vengono assunti prima ancora di laurearsi. E siamo soddisfatti anche per le cosiddette quote rose. A cominciare da ingegneria gestionale, da noi si iscrivono parecchie donne. Nel design, addirittura, siamo al 50-50%".
Il Rettore guarda anche l'altra faccia del fenomeno italiano, che vede le aziende lamentarsi per mancanza di candidati. "Su alcuni terreni hanno ragione - commenta Petrocelli -, per esempio per l'informatica, l'ingegneria elettronica. Su altri, però, bisogna vedere come stanno le cose. I laureati a San Marino e in Italia in generale spesso trovano posto all'estero e sono molto ben remunerati. Il problema è l'offerta, perché se la remunerazione è bassa, se devono essere sottopagati o sottoinquadrati, non accettano".
Nel video l'intervista al Rettore dell'Università di San Marino, Corrado Petrocelli
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