
Obiettivo: raccogliere dati sul fenomeno della violenza e molestie nel mondo del lavoro, sensibilizzare, portare soluzioni e assistenza alle vittime. Attivato a marzo, lo Sportello d’Ascolto USL ha accolto 17 persone. Sono in maggioranza donne, denunciano di essere state demansionate e di aver subito violenza verbale e psicologica. C'è anche chi denuncia violenza fisica, mentre sono pochi i casi motivati dall’orientamento sessuale. Segnalati anche episodi di mobbing, sia verticale sia orizzontale.
Accanto all'attività dello Sportello, USL fornisce le risultanze del questionario anonimo lanciato il 1 maggio: su 210 adesioni, sono 120 le vittime dirette, 28 quelle che hanno assistito al maltrattamento. Mobbing verticale e orizzontale, aggressioni verbali e molestie sessuali sono compiute da uomini, nel 67% dei casi. Il 60% delle vittime ha informato qualcuno del maltrattamento subito o assistito, denunciando però anche come il problema sia stato perlopiù ignorato. Esplicitati anche i motivi che portano a non segnalare: scarsa fiducia verso chi dovrebbe risolvere la controversia, paura di ripercussioni. Altra denuncia: nessun provvedimento preso verso i responsabili; nel 21% dei casi la vittima si è dovuta dimettere. Per USL una conferma: mancano tutele sufficienti, laddove gli stessi intervistati suggeriscono misure e aiuti, quali l'intervento dei superiori, la solidarietà dei colleghi, l'allontanamento del molestatore, la possibilità di dimettersi per giusta causa, ma anche meccanismi di segnalazione in azienda e aiuto psicologico. In esame anche i settori più colpiti: nei 2/3 dei casi è il comparto privato; in prevalenza nel settore industriale (30%), seguito dai servizi (19.7%) e dal commercio (8.2%).