Usura e racket delle estorsioni: i tentacoli della camorra sulla riviera romagnola e San Marino

Usura e racket delle estorsioni: i tentacoli della camorra sulla riviera romagnola e San Marino.
Un gruppo criminale collegato alla camorra e attivo sulla riviera romagnola, sospettato di aver compiuto estorsioni e di aver fatto prestiti a tassi usurari ai danni di numerosi imprenditori locali. E’ questo lo scenario dell’operazione “Vulcano” condotta dai Carabinieri del Ros e della Dda di Bologna, che ha portato al fermo di 10 persone appartenenti a tre diversi clan campani: i Vallefuoco, i Mariniello di Acerra e i Casalesi, fazione Schiavone. Tre clan un tempo antagonisti e ora uniti in Romagna proprio per tenere sotto scacco le zone di Rimini, Riccione e San Marino, ripartendosi i proventi dell’attività illecita. Nessuno scrupolo con le vittime, minacciate di violente ritorsioni in caso di inadempienza. Innanzitutto, pestaggi. Ad essere presi di mira sono stati in particolare un imprenditore edile con una società a San Marino e la moglie titolare di una boutique di Riccione, e un altro imprenditore, del settore abbigliamento, di Rimini. La coppia avrebbe ceduto circa 200.000 mila euro tra beni e denaro. Secondo gli investigatori gli indagati erano in procinto di costringere le vittime a cedere imprese ed immobili e imporre la forzata sottoscrizione di una polizza vita, il cui premio sarebbe stato poi incassato dai camorristi in caso di morte. Nel quadro rientra anche la Fincapital: secondo gli inquirenti la finanziaria sammarinese interagiva con il clan dei Vallefuoco. E nell’estate scorsa sarebbe diventata oggetto di interesse anche dei Casalesi, che però non sarebbero riusciti a rilevarla perché commissariata dalle autorità sammarinesi.

s.p.

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