Variante Delta, torna l'invito alla vaccinazione. Arcangeli: “Sintomi più lievi, equilibrio sostanziale fra contagi e guarigioni”

L'ISS torna a fare il punto su contagi e variante Delta. Rabini: “Un non vaccinato ha probabilità di infettarsi 8 volte di più”

I contagi risalgono, anche San Marino si confronta con la variante Delta. Riaperto il reparto isolamento Covid – restano 8 i ricoverati, di cui 7 del Casale la Fiorina, in via precauzionale, in attesa che si possa riattivare l'area rossa presso la RSA. Da oggi anche la terapia intensiva ha un nuovo paziente, sotto stretta osservazione, ma non intubato. Un sistema che regge, grazie alla copertura vaccinale, arrivata a oltre il 76% della popolazione. Un dato che pur nella raccomandazione di “non abbassare la guardia”, consente un cauto ottimismo. Oggi 6 nuovi casi su 90 tamponi, che al netto dei guariti porta a 72 i positivi attivi. Nel garantire che tutti i medici che operano a vario titolo nell'ISS sono vaccinati, per la prima volta, arriva anche una lettura dei contagi nella proporzione fra vaccinati e non.

"In termini assoluti c'è una sostanziale parità di tra vaccinati e non vaccinati contagiati, ma quello cui dobbiamo guardare - dice il Direttore Sanitario, Sergio Rabini - sono le percentuali. Percentualmente, è talmente alto il numero dei vaccinati che i non vaccinati hanno una possibilità di contagio 8 volte maggiore"

L'importanza della vaccinazione, come chiave dell'approfondimento di analisi che viene dal Responsabile del Covid territoriale, Pier Luigi Arcangeli, che segue anche le fasi del tracciamento dei contatti: “con la variante Delta – dice – notiamo sintomi più lievi; e nel caso dei vaccinati bastano pochi giorni per negativizzarsi”.

Mentre in Italia la curva dei contagi è in ascesa, sul Titano “si osserva da giorni un sostanziale equilibrio tra nuovi casi e guariti, attorno alle 70 unità. Numeri ancora relativamente bassi – aggiunge - che consentono un contatto quotidiano sui 68 casi domiciliati”. Un controllo allargato alle quarantene, 12 quelle strette, 53 quelle fiduciarie. E' un nuovo tipo di isolamento che – dice Arcangeli – “rappresenta un punto di contatto fra la tutela della salute e della vita sociale delle persone, che deve continuare”. Fondamentale, anche in questo caso, la vaccinazione. "Abbiamo introdotto la quarantena fiduciaria grazie ai vaccini. Riusciamo a mettere in quarantena fiduciaria, quindi un po' più libera, tutte le persone che hanno avuto un contatto stretto con un positivo, ma sono vaccinate"

Nel video, le interviste al Direttore Sanitario, Sergio Rabini e al Responsabile Covid Territoriale, Pier Luigi Arcangeli

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